Tim Burton cerca comparse: Tarquinia e il fiume Marta location per il prequel di Big Fish

“A furia di raccontare le sue storie, un uomo diventa quelle storie. Esse continuano a vivere dopo di lui, e così egli diventa immortale”: è forse la frase più celebre di Big Fish, capolavoro del regista statunitense Tim Burton che proprio in questa citazione ha racchiuso una sorta di testamento artistico e personale.

La vicenda a cavallo tra immaginazione, finzione e realtà che vede come motore Edward Bloom arrivò nelle sale nel 2003, e per il ventennale della prima uscita nei cinema, la Columbia Pictures pare aver strappato all’istrionico regista il sì per un prequel, la cui realizzazione è prevista a cavallo tra fine estate e inizio autunno prossimi.

Sulla trama il riservo è, come sempre, pressoché assoluto, ma una delle linee narrative che comporranno la storia vive sui racconti del fronte europeo della seconda guerra mondiale, in particolare delle vicende delle truppe statunitensi nel corso della cosiddetta Campagna d’Italia, tra il 1943 e il ‘45.

Scene per cui lo staff di sceneggiatori e location manager della Columbia hanno identificato proprio Tarquinia, in una scelta confermata dal regista che, pur non ancora giunto in Italia, ha osservato materiale video e fotografico realizzato in occasione di alcuni sopralluoghi dello scorso autunno.

In particolare, le riprese sul territorio cittadino interesseranno il corso del fiume Marta, che per l’occasione pare sarà ripopolato da una particolare specie di pesce adatto a richiamare il tema del film e la metafora che vi si cela. Interesse, da parte della produzione, anche per lo scheletro del cosiddetto Casalaccio, già illuminato dalla fama cinematografica per aver “ospitato” Alberto Sordi nel Marchese del Grillo: scenario gotico per girare una scena in cui viene sin troppo semplice immaginare come protagonista Helena Bonham Carter.

Da capire se serviranno comparse del luogo: la scena da girare sul fiume è, infatti, un momento altamente simbolico per raccontare il tema portante del film, sempre in bilico tra storia narrata e storia inventata, tra verità e fandonia, con effetti visivi all’avanguardia che permetteranno di vedere i pesci nuotare veloci lungo il fiume e saltare trasformandosi in esseri umani e viceversa. Una metafora visiva fortissima di come il mondo a volte racconti storie che appaiono credibili e di come ci siano persone pronte ad ascoltarle, magari sorridendone o sognando siano vere.

Naturalmente, è il tradizionale Pesce d’Aprile firmato lextra.news! Scusateci per l’entusiasmo creato e subito soffocato, e chiediamo scusa anche a Tim Burton e alla Columbia, anche se temiamo mai ci leggeranno. Ma sognare non costa nulla e, magari, un giorno Tarquinia ospiterà una produzione di questo calibro!