Tarquinia, la cronaca del consiglio aperto sull’ospedale tra progetti e delusioni

Sala del Consiglio Comunale - Tarquinia

Un consiglio comunale straordinario, richiesto dal Comitato “Insieme per l’ospedale”, ha riacceso i riflettori sullo stato del presidio sanitario di Tarquinia. L’incontro, che ha visto la presenza di un folto pubblico, si è aperto con un lungo intervento del direttore generale della Asl di Viterbo Egisto Bianconi e ha visto poi un confronto serrato tra istituzioni e cittadini, tra dati e promesse da un lato, e delusione e richieste dall’altro (qui le altre dichiarazioni della serata).

Bianconi: «Serve ridare dignità alla struttura, così potremo attrarre medici»

«Non si può entrare in un ospedale e trovare le sale operatorie davanti al Cup. Serve la dignità che questa struttura merita. È un ospedale costruito per i cittadini, e non devono attraversare spazi inadeguati per arrivare in sala operatoria». Con queste parole, Egisto Bianconi ha sintetizzato il senso della strategia che la direzione Asl sta portando avanti: interventi strutturali per ridare centralità all’ospedale di Tarquinia, anche a costo di tempi più lunghi e inevitabili disagi.

«Abbiamo scelto di mantenere i servizi durante i lavori, e questo comporta attese maggiori. Non vogliamo chiudere nulla, ma lavorare mentre la struttura resta attiva». Il DG ha illustrato l’avanzamento del cantiere per il nuovo pronto soccorso, le sale operatorie, la nuova disposizione degli spazi nella struttura e la Casa di Comunità, la cui apertura è prevista per marzo 2026, riportando dati e risultati relativi alla sua gestione.

«L’ospedale non è oggi sufficientemente attrattivo per alcuni professionisti – ha ammesso –. Se non offre prospettive di carriera, molti preferiscono altre destinazioni. Ma la prima condizione per invertire la rotta è una struttura funzionale e moderna». Bianconi ha parlato anche dell’organizzazione dei posti letto (oggi 87), del potenziamento del pronto soccorso e dell’integrazione tra attività ospedaliera e casa di comunità. Ha ribadito il proprio approccio: «Non farò proclami. Farò cose. Mi giudicherete alla fine del mandato».

Fanelli (Comitato): «Non volevamo una lezione, ma risposte. Da anni perdiamo servizi e personale»

Diversa la lettura del Comitato “Insieme per l’ospedale”, che ha espresso profonda delusione per l’impostazione dell’incontro e per la mancata risposta a problemi concreti.

Emanuela Fanelli ha parlato a nome del gruppo: «Grazie per essere venuto, ma non immaginavamo una riunione così. Volevamo parlare dei problemi reali, quelli che vediamo tutti i giorni. Volevamo capire cosa si farà per migliorare».

Fanelli ha ripercorso la storia recente del nosocomio, citando reparti fatti chiudere “quasi in silenzio” come pediatria, ostetricia e ginecologia. Ha ricordato la lettera di dimissioni del dott. Pellicciotti, in cui dichiarava di non poter più lavorare in quelle condizioni, e il successivo abbandono di altri medici: «In ortopedia dal 2022 siamo passati da cinque medici a zero: parlando con quei medici si scopre che non potevano lavorare come volevano, così come Pellicciotti».

Il Comitato ha poi contestato l’idea che tutto si risolva con le Case di Comunità: «Nel nord dove sono nate prima, ora le stanno chiudendo. Spendiamo soldi per strutture che potrebbero non partire. E comunque non sono ospedali. Non si provi a farle passare per tali».

Poi l’affondo sulle responsabilità strategiche: «Non è una questione di soldi. Se non si offrono opportunità reali di sviluppo e carriera, nessuno verrà a Tarquinia. Dovete ideare qualcosa che attragga e trattenga. È compito vostro».

Fanelli ha infine citato il piano regionale 2024, che prevede per Tarquinia 87 posti letto tra i vari reparti, più pronto soccorso, analisi e radiologia. «Quello è il progetto scritto da Regione e Asl. A noi spetta chiedervi di realizzarlo. Chiediamo solo questo».

Il finale amaro: fiducia da Bianconi, frustrazione dal Comitato

Al termine del confronto, Bianconi ha ribadito la volontà di “ridare un ospedale serio e adeguato ai cittadini”, parlando di trasparenza nella pubblicazione degli interventi e di attenzione alle fasce più fragili. «Sono il primo a voler tutelare la dignità di tutti», ha detto.

Ma il gap tra le due visioni è apparso evidente. Il Comitato ha criticato l’assenza di un confronto reale, le modalità dell’incontro (polemica evidente in questo senso tra Fanelli e Blasi, che a fine sedute rimarca invece la propria soddisfazione), e la mancanza – a loro dire – di risposte su assunzioni, reparti persi, e politica del personale. Decisa, in tal senso, la presa di posizione di Ernesto Cesarini, consigliere comunale di maggioranza ma anche attivista del comitato: “Fatico ad avere fiducia: ci dicono di vigilare, ma ormai vigilare è da anni una condizione permanente”. Poi un commento sul consiglio: “Oggi non volevamo una passerella – dice in proposito dell’intervento in apertura di Bianconi – diciamo che l’incontro si è svolto in una modalità particolare”.

Sposetti: «Probabilmente quello che è stato non tornerà più. Dobbiamo pensare a qualcosa di diverso»

«Tarquinia ha ancora un ospedale di base e questo va tenuto presente – le parole in chiusura del sindaco di Tarquinia, Francesco Sposetti –. Ma la nostalgia non deve offuscare la nostra onestà intellettuale: quello che è stato probabilmente non ritornerà più. Dobbiamo pensare a qualcosa di diverso». Parole che hanno chiuso la serata lasciando amaro in bocca ai rappresentanti del Comitato, che speravano in un segnale più netto, e che invece hanno raccolto solo un invito alla fiducia e a un’attesa che – secondo loro – si protrae ormai da troppo tempo.