Note dalla periferia dell’Impero: “Centoventi circa”

Dalla “periferia” si vede meglio il centro: “Note dalla periferia dell’Impero” è il taccuino con cui Luigi De Pascalis osserva il nostro tempo. Brevi riflessioni, erudite e divulgative insieme, che usano il passato come bussola per orientarsi nel rumore del presente.

Tutti sanno, o almeno sospettano, che i padroni del mondo siano i membri dei consigli d’amministrazione dei grandi fondi d’investimento globali come BlackRock, Vanguard, Jp Morgan che detengono anche quote azionarie di banche, industrie, big tech, comprese Alphabet (Google), Microsoft, Amazon, ecc.; ma non tutti sanno che sono meno di 120 persone e controllano l’astronomica cifra di cinquantamila miliardi di dollari.

Costoro, di cui ignoriamo nomi e sembianze, usano l’immenso potere che ne deriva per condizionare la politica del mondo al solo scopo di continuare ad accumulare denaro. Guerre, carestie, migrazioni, variazioni climatiche, fame e povertà dipendono in gran parte dall’inderogabile necessità che hanno di arricchirsi ulteriormente.

E di fronte a una tale montagna di denaro e di potere, anche mediatico, la politica è asservita e la democrazia s’è trasformata in farsa.

Neppure la famosa “livella” di Totò ha potere su questo esclusivissimo club, poiché alcuni suoi membri (vedi Elon Musk) progettano di trasferire nel solo paradiso a cui possono ambire, il Metaverso, l’intero contenuto dei loro cervelli, compresi avidità, cinismo e spropositate ambizioni; e così il gioco a chi ce l’ha più grosso (astronave, yacht, pacchetto azionario, ecc.) si trasferirà su un piano quasi metafisico e il massacro del mondo e del genere umano continuerà indisturbato.