Agraria, Antonelli: “Non votare questo statuto è una responsabilità politica ed economica”

Il presidente Antonelli(s.t.) “Non votare questa proposta di statuto, peraltro dopo non aver presentato alcun emendamento alla stessa, significa prendersi una responsabilità politica ed economica precisa: si sceglie di continuare con lo statuto attualmente in vigore. E visto che la nuova strada porta al risparmio e ad una maggiore autonomia dell’ente, non imboccarla sarebbe secondo me un errore politico”.

Venerdì 6 febbraio si vota in consiglio di amministrazione per la modifica dello statuto dell’Università Agraria di Tarquinia ed il presidente Alessandro Antonelli – che del nuovo testo è uno dei promotori – analizza la situazione politica attorno alle nuove norme in approvazione.

“Sinceramente spero che la minoranza lo voti – spiega – perché, dopo non aver proposto alcuna modifica al testo, non farlo significherebbe voler mantenere lo statuto esistente, compreso il sistema dei costi. Le nuove norme, solo con lo snellimento del sistema elettorale – turno unico, riduzione del numero dei seggi, dei presidenti e degli scrutatori, peraltro scelti tra i non occupati –, riducono le spese per le elezioni da 100.000 (secondo una stima fatta nel 2010 sul sistema a due turni) a circa 20.000 Euro. In più si riduce a tre il numero degli assessori, con le rispettive indennità calcolate sulle presenze effettive in giunta, ed a 16 quello dei consiglieri, senza gettone di presenza”.

Ma dall’opposizione sono giunti segnali di disponibilità verso un voto favorevole? “In sei commissioni dei capigruppo riunite sul tema – continua Antonelli – mai nessuno ha presentato alcun emendamento scritto, così come l’unico giunto prima del voto è quello a firma PD che impedisce di ricoprire la stessa carica per più di due mandati di fila. Ad oggi non ho alcun segnale ufficiale di qualcuno che voglia opporsi alla votazione. Certo è che votare contro significa voler confermare il possibile ballottaggio, che serve a chi vuole mercanteggiare tra un turno e l’altro, e bocciare l’incompatibilità di cariche con il Comune, e quindi quell’idea dell’Agraria come ente autonomo e non strumentale a piazza Matteotti”.

Ma nel caso di contrarietà allo statuto in votazione, perché non presentare proposte di modifica? “Per il centro destra – spiega Antonelli – ma anche per una parte della maggioranza, andare contro certi principi di questo statuto è scomodo, me ne rendo conto. Per cui, magari, c’è chi preferisce la strada del farlo morire direttamente”. E se alla fine il nuovo statuto non passasse? Ci sarebbero ripercussioni sugli ultimi mesi del suo mandato? “Se lo statuto non passa – chiosa il presidente – c’è da vedere se ci saranno gli ultimi mesi del mio mandato”.