Bacciardi-Moscherini: “Bisogna rivedere il piano del commercio”

di Fabrizio Ercolani

“Urge rivedere il piano del commercio al più presto condividendolo con tutte le forze politiche e avendo uno sguardo aperto anche su altri settori”. I consiglieri di opposizione Gianni Moscherini e Renato Bacciardi lanciano questa proposta all’amministrazione Mencarini.

“Come componenti dell’opposizione ci stiamo impegnando per controllare che l’amministrazione comunale affronti le problematiche in maniera seria e con professionalità. – sostiene Moscherini. Ad ogni capitolo che apriamo scopriamo qualcosa che non va. E questo è il caso anche del commercio”.

Moscherini parte da un ragionamento generale. “Questa amministrazione ha la natura dell’impero romano, fanno e disfanno a loro piacimento senza confrontarsi con le forze politiche. –incalza- Tre imperatori che litigano su chi e a che ora mettere la fascia.”. “All’area artigianale e commerciale bisogna, prima di far aprire altre attività che sono l’esatta fotocopia di quelle esistenti, fare un’analisi e ripercorrere la storia e questo è curioso che a farlo sia lo straniero e non l’amministrazione. I protagonisti di quell’area sono gli stessi commercianti che la hanno urbanizzata regalandola poi al comune. Come si fa a stendere il tappeto rosso ad un’attività che è l’esatta fotocopia dell’attività contigua”.

Il capannone interessato, come spiegano i consiglieri era destinato nel 2013 per la quasi totalità a settore alimentare, nel 2015-2016 è divenuto tutto non alimentare. “Come fa la maggioranza a non riguardare queste cose? -chiede Moscherini. E Bacciardi aggiunge: “Bisogna condividere le scelte, io faccio il commerciante e sono d’accordo che la concorrenza porta maggiore impulso all’economia, ma le scelte vanno fatte con criterio. Non si possono creare false aspettative occupazionali e nel contempo mettere in ginocchio chi già lavora. Le feste e le festicciole da sole non bastano per creare economia nella nostra città”. Entrambi chiedono di rivede il piano del commercio dicendosi pronti, in caso di attendismo dell’amministrazione, a fare un’interrogazione scritta in Regione ed in Parlamento.