Calcio sotto l’ombrellone: una lezione da non dimenticare

di Leo Abbate

Mezz’ora prima del calcio di inizio di Italia Germania, Mario Sconcerti a Sky: “Io sono un opinionista ed ho il dovere di dire la verità, vincerà la Germania, ve lo dice uno che passa la vita a studiare calcio”. E il sottoscritto non è stato da meno! Vi basta sfogliare le pagine di questo blog, per trovare tutte le previsioni catastrofiche a cui in questa stessa rubrica, mi sono lasciato andare. Se admin fosse una carogna, ne farebbe un florilegio ad uso e consumo dei miei detrattori.

 E cosi, mentre Mario Sconcerti ed io ci dedicavamo alla diffusione di una gravissima malattia (lo scorticamento di testicoli da stropicciamento eccessivo), alla cui epidemia abbiamo dato un apporto decisivo su tutto il territorio nazionale (lui di più), gli azzurri di Prandelli, in silenzio e con il lavoro, preparavano l’impresa.

Ma come è stato possibile? A pensarci bene, è sempre stato così: gli italiani si abbandonano spesso e volentieri a tutti gli “ismi” (pessimismo, scetticismo, vittimismo, ecc) ma quando si intravede il bagliore delle baionette, è allora che il Piave comincia a mormorare ed è un mormorio più minaccioso di un grido di guerra e fa tremare i polsi. Bastava guardare le facce atterrite dei tedeschi durante gli inni, per rendersi conto di quanto facciamo paura quando ci incominciano a girare davvero le balle.

Mentre Mario Balotelli bastonava pesantemente la squadra germanica, Mario Monti strapazzava la nazione teutonica tutta imponendo con determinata freddezza, nel pacchetto salva Europa, delle misure per arginare le speculazioni sui mercati a danno dell’Italia. “Ad un certo punto” ha detto, “ ci sono stati anche dei momenti di tensione”. Fonti giornalistiche affermano che ha minacciato la Germania; di che, viene da chiedersi, forse di organizzare una rete internazionale di spaccio di Lambrusco di Sorbara?

Fatto sta che, nel giro di poche ore, l’Italia ha alzato la testa. Nel calcio e per il prestigio internazionale. È successo un milione di altre volte, è una lezione che spesso diamo a noi stessi e che non dobbiamo dimenticare.

La cronaca della partita? Bè, avete visto tutti come è andata: supremazia totale del calcio italiano su quello tedesco, il rigore concesso, non c’era, se Marchisio non si fosse abbandonato al proprio egoismo avrebbe dato a Di Natale la palla del 3 a 0 e sarebbe stato quello il risultato meno bugiardo. Domenica, finale contro la Spagna. Ne riparleremo.

 Chi crede di capire di calcio, sbaglia; il calcio non è una scienza, è solo un gioco.

 Enzo Bearzot e molti altri dopo di lui