extraconfine – Omar, cittadino del mondo, da Tarquinia a Melbourne: “Ma c’è una cosa che mi manca troppo…”

extraconfine è una nuova rubrica de lextra.news che cerca, spera, sogna di raccontare le storie di un po’ di italiani sparsi per il mondo: partendo – come è partita l’avventura giornalistica del sito – da Tarquinia ed andando a caccia di belle realtà da condividere. Con una regola: ad ogni protagonista il compito di indicare – come in una catena – il nome di un’altra persona extraconfine, di un’altra storia che meriti di essere raccontata.

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(s.t.) Decidere, a ventiquattro anni, di volare all’altro capo del mondo ed iniziare un percorso umano e professionale di successo. Senza però perdere le radici, i ricordi del posto d’origine, persino i sapori. “Cosa mi manca di più di Tarquinia? Il panino con la mortadella dell’alimentari Parrano a San Francesco, a Tarquinia!”

Omar El Deek vive a Melbourne da otto anni, ma il legame con Tarquinia resta forte. “La mancanza della famiglia c’è e si sente. – ci spiega dall’Australia – Alla fine sembra ieri che sono partito, ma sono passati già otto anni. E per quanto oggi sia facile parlare su Facetime, non riesci certo a goderti le sensazioni e i momenti come se fossi lì di persona”.

Cucinetta Melbourne

La carriera di Omar, a Melbourne, è vissuta e cresciuta nella ristorazione, ed oggi va anche oltre. “Ho da poco aperto, con il mio socio Giacomo, una Business Consulting e Digital Marketing Agency che si chiama Elpiet Media – racconta Omar – e in più ho un ristorante che si chiama “Cucinetta”, che è nella top 10 dei ristoranti di Melbourne; sugli oltre 4000 che ci sono in una città che è una delle capitali del mondo del food”.

“Melbourne è la citta più europea dell’Australia – ci spiega poi – e quella con più cultura. Cosa mi ha spinto sin quaggiù? Onestamente non credo ci sia una cosa che ti spinge: penso che sia più una sensazione che è dentro di te. Otto anni fa ho scelto l’estero quasi come un dovere, perché volevo essere più competitivo, e purtroppo se non sai l’inglese rimani indietro, non puoi parlare con nessuno nel mondo: però Londra era troppo vicina, negli Stati Uniti era troppo difficile trasferirsi a causa dei visti, il Sud Africa non mi interessava, così ho optato per l’Australia, anche perché l’avevo visitata nel 2008 e mi era piaciuta moltissimo”.

Lì è iniziata la strada che Omar, tutt’ora, percorre. Non senza qualche ostacolo. “Se ho subito episodi di razzismo? Quando vai in un paese nuovo vieni sempre un po’ discriminato per l’accento, la cultura ecc.. L’abilita di avere successo sta anche nel riuscire a superare queste cose e non prenderle troppo sul personale: alla fine è la natura umana. La verità è che tutti abbiamo un’opinione e tutti giudichiamo, nel bene o nel male”.

E oggi è difficile decidere se Omar sia ancora più tarquiniese – dove torna una o due volte l’anno – o più “australiano”. “Tagliamo la testa al toro: io mi sento un po’ cittadino del mondo, ancora di più da quando, qualche mese fa, ho ottenuto la cittadinanza australiana. Ma devo ammettere che, se per i primi anni passati a Melbourne non mi era mai passata per la testa l’idea di ritornare, ora un pensierino ogni tanto ce lo faccio”.

Perché lo spirito della città d’origine è ancora ben vivo, e anzi ha dato una grossa mano a Omar in questi otto anni. “La caratteristica tarquiniese che penso d’essermi portato dietro è questa capacità di essere empatico con chi ne ha bisogno. Mi ha aiutato molto. Alla fine, per citare Tony Robbins – l’arte di vivere è dare”.

“Cosa cambierei di Tarquinia? – riflette Omar – La gelosia. È veramente una mentalità da perdenti. Avendo studiato in tutto il mondo, ora, dai migliori business man, imprenditori e filantropi, posso dire che c’è una cosa che tutti dicono: Prendi chi ne sa più di te e modellalo se vuoi andare 100 volte più veloce. Alla fine, l’unica cosa che nessuno ti ridarà mai indietro è il tempo. Però – e non è una cosa che riguarda solo il Tarquiniese, ma tante altre persone – spesso si pensa di sapere tutto e si cerca solo di mettere i bastoni fra le ruote all’altra persona. Quanto saremmo più produttivi se ci concentrassimo solo su di noi?”

E ora, seguendo la filosofia di questo ciclo di interviste, abbiamo chiesto a Omar di suggerirci il nome di un italiano all’estero da intervistare, per farci raccontare un’altra bella storia. “Io contatterei Stefano De Santis: – dice salutandoci – è sempre stato un ragazzo super intelligente e sta avendo un grande successo in Nuova Zelanda. Sono sicuro che tanti di noi potremmo imparare tanto dal suo racconto”.

extraconfine
Nome: Omar
Età: 31
Dove vive Melbourne (Australia)
Professione: consulente e titolare di ristorante
Distanza da casa: 16.040 km