Inaugurato il nuovo parco “Falcone e Borsellino”

Un’area verde per ricordare le vittime della mafia. È stato inaugurato il 17 settembre il nuovo parco pubblico nel quartiere Peep dedicato ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola, l’assessore ai Lavori Pubblici Anselmo Ranucci, le autorità militari, il dirigente scolastico Angelo Maria Contadini e le scuole elementari e medie della città.

“Il giardino, oltre a essere un simbolo dell’opera di riqualificazione del quartiere intrapresa in questi anni dal Comune, – ha affermato il primo cittadino – vuole onorare due uomini dello Stato che hanno combattuto Cosa Nostra dando la loro vita. La presenza dei bambini delle elementari e dei ragazzi delle medie è quindi importante, perché è dal loro impegno che può nascere una società migliore”.

“Le tragedie di Capaci e di via D’Amelio sono una ferita ancora aperta e una delle pagine più buie della storia recente dell’Italia. – ha detto l’assessore Ranucci – I giudici Falcone e Borsellino combattevano la mafia dalle fondamenta, per eliminarla definitivamente. A distanza di diciotto anni dalla loro morte, l’amministrazione ha voluto rendere omaggio alle loro figure posizionando anche una stele con una targa commemorativa. Ringrazio le ditte Vignati, Senigagliesi, Attanasi e Battellocchi e il geometra Giancarlo Fortunati, per l’ottimo lavoro svolto”.

Il parco si sviluppa su una superficie di oltre 3mila metri quadrati e presenta aiuole e sentieri pedonali confluenti su una piccola piazza con fontana e panchine. I lavori hanno riguardato anche l’illuminazione pubblica, potenziata con l’installazione di nuovi punti luce, e i parcheggi attigui alla zona, con l’ampliamento di quelli esistenti e la creazione di nuovi. “Il giardino valorizzerà il quartiere e sarà un luogo di socializzazione dove gli anziani e le famiglie con i bambini potranno trascorre in tranquillità il tempo libero. – ha sottolineato il direttore del cantiere Fortunati – Ciò dimostra che è possibile ripensare le periferie: da aree degradate ad aree in cui vivere bene ed aventi la stessa dignità del centro di una città”.