Lettere al Direttore: “Noi ginnaste, costrette a cambiar palestra ad un mese dai campionati italiani”

Riceviamo e pubblichiamo

Gentile Direttore,
sono un’atleta della ASD Arteritmica Tarquinia e mi rivolgo a Lei non per cercare polemica ma soltanto per rendere noto, al di fuori del contesto dei social network, il profondo disagio che ha appena colpito me e le mie compagne.

Ad appena un mese dal campionato nazionale, per il quale molte di noi si sono qualificate, e a poco più di uno dal saggio di fine anno, la cui preparazione degli esercizi si va ad aggiungere alle prove per la gara sopra citata, ci troviamo a dover cambiare palestra. Ci tengo a specificare che il prossimo anno avremmo sì dovuto allenarci in un’altra struttura a causa dei lavori previsti in quella attuale – ovvero interventi di messa in sicurezza dei padiglioni delle scuole elementari a seguito delle scosse di terremoto verificatesi lo scorso anno – ma che ci era stato assicurato, ero presente io stessa all’incontro svoltosi presso il Comune di Tarquinia in data 20/02/2018, che tali lavori non sarebbero iniziati se non dopo la fine della scuola (e anche delle nostre attività), in quanto non era possibile cominciarli prima data la presenza dei bambini all’interno della struttura educativa. Invece, la scorsa settimana, ci è stato comunicato di dover sgomberare la palestra entro il 10 maggio per l’inizio dei lavori.

In qualche modo riusciremo a farcela, abbiamo uno staff tecnico che non si arrende, ma non trovo corretto, nei confronti di atlete che portano a casa medaglie e titoli (anche FGI), costringere a trovare una nuova sede a ridosso di impegni così importanti. A prescindere da dove andremo saremo comunque in una situazione di disagio, non solo per il fatto di dover accavallare i gruppi diminuendo così la possibilità di ripetere più volte gli esercizi, e di seguito elencherò i motivi principali.

  1. Dimensione della struttura: la ginnastica ritmica è uno sport praticato al chiuso su una pedana da gara di m. 13×13, ma su questo punto potremmo soprassedere dal momento che anche attualmente ci alleniamo circa in metà dello spazio previsto (sebbene alcune delle atlete si trovino poi in difficoltà in gara perché non abituate ad uno spazio così grande). Dal codice dei punteggi FIG, pagina 8 della versione italiana: è obbligatoria una Pedana di m. 13×13 (all’esterno della linea).
  2. Altezza del soffitto: quello della struttura attuale è appena sufficiente, servono almeno 6 m. per fare lanci adeguati al livello che abbiamo raggiunto faticando per tanti anni. Scendere al di sotto di una certa altezza significa automaticamente abbassare il livello degli esercizi presentati. Anche in questo caso cito il codice dei punteggi (pagina 22 della versione italiana) nel punto in cui vengono spiegati i criteri dei lanci degli attrezzi: lancio medio – una a due volte l’altezza della ginnasta; grande lancio – più di due volte l’altezza della ginnasta. Consideriamo un’altezza media di 1,55 m e facciamo i conti. Alcuni livelli di gara richiedono degli elementi chiamati “rischi”, R. Cosa sono? Lancio, minimo due rotazioni sotto il lancio e ripresa dell’attrezzo. In questo caso basta poco per comprendere come un R base, quello descritto poco sopra, non possa essere eseguito con un soffitto non adeguato per il semplice fatto che, anche volendo essere molto veloci nelle rotazioni del corpo, manca il tempo materiale di eseguirle durante il volo dell’attrezzo.
  3. Tipo di soffitto: se a tutto ciò si aggiungono eventuali travi, lampade e altri elementi che sporgono eccessivamente dal soffitto il calcolo è fatto in maniera abbastanza rapida.
  4. Superficie di allenamento: noi siamo abituate a stare senza pedana, ci siamo state per venti anni (la società è stata fondata nel 1995) ma da quando, nel 2015, ne abbiamo acquistata una abbiamo potuto provare con più sicurezza gli esercizi in quanto molti elementi potrebbero causare infortuni se eseguiti su una superficie non idonea. Ma, come detto, per molto tempo non abbiamo avuto la pedana quindi stare senza è, a dir la verità, il problema minore.

Lei potrebbe obiettare, gentile direttore, che per tanti anni ci siamo allenate in una situazione che non rispondeva a nessuno di questi criteri ma erano anche altri tempi, non facevamo gare o iniziavamo in quel momento e il corso agonistico non c’era. Ora siamo arrivate a tanto, nel nostro piccolo, e questo dover cambiare in fretta e furia personalmente mi fa un po’ arrabbiare. Per il prossimo anno la società si è dovuta cercare una nuova palestra e l’unica che ha trovato se la deve far andare bene senza troppe storie perché quelle idonee sono state assegnate anni fa ad altri sport, creando così una scala gerarchica che al giorno d’oggi andrebbe svecchiata. Ogni tanto capita che ci venga gentilmente offerta una di esse per far allenare tutte le atlete ma spesso ad orari scomodi per le famiglie.

Anche noi ginnaste contribuiamo a portare il nome di Tarquinia in alto e potremmo fare di più se solo avessimo costantemente l’opportunità di allenarci in un luogo adeguato.

Noi non siamo solo body sfavillanti, attrezzi colorati, corpi elastici e sorrisi smaglianti in pedana. Siamo atlete che faticano, che sudano e che si fanno male per arrivare a quel risultato tanto ambito che è un’esecuzione in gara – un minuto e mezzo che è il frutto di centinaia di ore di allenamento – che ripaghi di tutto il sacrificio che c’è dietro e che ci porti sul podio. Anche noi, come le altre società, vorremmo un luogo idoneo dove allenarci, senza dover andare a cercare palestre che, per quanto adatte, ci stanno comunque strette (e noi siamo comunque fortunate rispetto a tante altre ginnaste che, comunque, con tenacia e passione perseverano in questo sport).

Mi si perdoni per questa lunga lettera ma per me la palestra è diventata una seconda casa nel corso del tempo, ogni suo problema mi sta a cuore. Spero di essere stata quanto più imparziale possibile nell’esposizione.

La ringrazio per la cortese attenzione.

Cordiali Saluti

Lucrezia Filomeni