Moscherini a tutto campo: duro attacco al Vescovo ed a Mencarini

Moscherini a tutto campo: nella prima conferenza stampa post elezioni, l’ex sindaco di Civitavecchia torna ad attaccare come in campagna elettorale. E i due principali obiettivi sono, stavolta, il Sindaco Pietro Mencarini e, a sorpresa, il Vescovo della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, Luigi Marrucci.

“Il Vescovo pensi a fare il pastore di anime senza occuparsi di questioni afferenti alla politica”, la dura presa di posizione di Moscherini contro l’altro prelato. Ed alla base dell’affondo c’è la partecipazione, sancita dai verbali, del Vescovo all’incontro informativo convocato dall’amministrazione Mencarini insieme ai consorzi e comitati di San Giorgio.

Nei verbali dell’incontro, infatti, il Vescovo “illustra la circostanza della sua partecipazione ed interessamento alla questione a seguito di segnalazione di alcuni singoli partecipanti alla sua funzione”. Un’espressione criptica e di difficile comprensione che non è piaciuta al consigliere del “Cantiere della nuova politica”.   “Il fatto che il Sindaco come suo primo atto abbia convocato i presidenti dei consorzi l’ho apprezzato. – spiega Moscherini – Però quando nel verbale redatto dai dirigenti presenti trovo, tra i nomi di chi assiste all’incontro informativo, quelli del Vescovo Marrucci e del suo segretario, mi viene da pensare. Invito il Vescovo ad occuparsi delle anime, non dei terreni, dei villaggi e delle campagne elettorali. Siamo mica tornati allo Stato Pontificio!”.

Moscherini rincara poi la dose: “Mi rendo conto che è una critica dura, ma è doverosa. La vittoria di Mencarini è dovuta a quattro personaggi e tra questi la Chiesa ha avuto un peso non indifferente. Attorno ad essa, Mazzola, Fioroni e Tajani. Ma il Vescovo non deve entrare in vicende politiche”.

“Tornando a San Giorgio – chiosa poi sul tema Moscherini – questa località deve essere uno dei primi obiettivi o punti di lavoro perché semplicemente lo stato in cui si trova è vergognoso anche solo per dignità di un Comune. E stanno tutti in guerra: quattro consorzi ed un clima di discussione che se non ci si mettono le mani seriamente finirà nel 3033. C’è bisogno di un momento di pace e serenità per far lavorare fattivamente i tecnici”.

Ma il consigliere d’opposizione attacca diretto anche il sindaco. “Mencarini è la seconda volta che mi delude. La prima quando ha deciso di candidarsi, la seconda quando ha accusato la minoranza di aver strumentalizzato la delibera sul tema del trattamento rifiuti all’Olivastro. Il documento che aveva predisposto l’amministrazione era una delibera che ci faceva dire sì al biometano perché asseriva di essere contrari fino a quando non ci sarà una variante. E se la conferenza dei servizi, come in suo potere, avesse approvato la variante? Noi saremo rimasti con un cerino in mano. Mi vanto, insieme alla minoranza, di aver salvato la maggioranza da una brutta figura. Grazie al nostro intervento c’è un no secco, senza se e senza ma, a quel progetto”. Infine una stoccata politica a Rinnova. “In un consiglio così importante ne mancavano 4 su 7 di Rinnova. Dovrei pensar male? Constato solamente che la maggioranza era ridotta al minimo”.

Insomma, chi si aspettava un Moscherini in disarmo dopo la sconfitta al ballottaggio, è rimasto deluso e spiazzato. “Stiano pure tranquilli – ha spiegato – onorerò sino in fondo il mio mandato da consigliere, portando avanti le istanze di tutti i cittadini”. E anzi rilancia. “Mi sento il vincitore virtuale delle elezioni, perché gli altri per paura che io divenissi Sindaco si sono coalizzati contro di me. I voti che ha preso “Il cantiere delle nuova politica” e le liste collegate ne fanno il primo partito a Tarquinia. E chi diceva che il Pd vinceva al primo turno è stato cancellato dalla politica. D’altronde una volta eravamo anche amici, ma la riconoscenza è una malattia dei cani difficilmente trasmissibile agli umani. Ci stiamo organizzando per fare un’opposizione seria, costruttiva e concreta”.