“Ora che la quarantena è finita vi posso dire che ne è valsa la pena”: da Shanghai all’Italia il sostegno di Giorgia, tarquiniese in Cina

“Spesso ho pensato, durante questi quaranta giorni, “Vorrei uscire, non ce la faccio più così”. Ora che la quarantena è finita vi posso dire che ne è valsa la pena”: sono le parole, affidate alle Instagram Stories, di Giorgia Baracca, venticinquenne di Tarquinia che vive a Shanghai, in Cina, e che proprio in questi giorni è tornata a lavorare in ufficio – pur con tutte le dovute precauzioni – dopo il periodo di isolamento imposto a causa del coronavirus.

“Vorrei dire a tutti i miei parenti/amici/conoscenti/sconosciuti italiani di stare tranquilli nei limiti del possibile. – scrive Giorgia – Quando il virus è partito qua in Cina ero serena, in quanto dovevo pensare solo a me e al mio ragazzo. Ora ho tante persone a cui pensare, anche persone che non conosco o con le quali non ho rapporti o simpatia”.

“Vale la pena rinunciare a uno spritz, – continua – a una maglietta nuova, una cenetta (che potete tranquillamente fare in casa, sul divano, guardando un film o quello che volete). Ci si abitua sempre, a tutto, Non riesco a ricordare che prima non indossavo una mascherina o che non mi lavavo compulsamente le mani. Tutto passa, ma per raggiungere un cambiamento bisogna fare qualcosa: niente avviene senza un piccolo sforzo”.

“Lo so che chi vive lontano da casa, in questi momenti, vorebbe stare tutti assieme_ chi meglio di me vi capisce? – prosegue Giorgia – Ma la prudenza e la sicurezza vostra e delle vostre famiglie/amici deve essere priorità assoluta. Non lasciamo il nostro destino nelle mani del fato. Agite rispettando la quarantena, dimostrando che potete rinunciare a cose superflue se paragonate alla salute e alla felicità di sapere che i vostri genitori, il vostro fidanzato/fidanzata, marito/moglie, figli, amici, colleghi stanno bene”.

“Fatelo – conclude Giorgia – per tutte le persona e cui tenete. Lo so che si tende a pensare “sì, vabé, non capita a me, muoiono solo gli anziani”, ma questo non è il corretto modo di pensare, pensate che quel malato, quel morto ha una famiglia o qualcuno che lo ama. Mettetevi nei loro panni. E tra l’altro, anche se capitasse solo agli anziani o a chi ha un sistema immunitario debole – cosa non vera – non vale la pena proteggere chi è più debole?”