PD, il congresso sceglie Palmini segretario. E boccia Mazzola

(s.t.) Leggere ed analizzare le dinamiche interne al Partito Democratico di Tarquinia è sempre opera complessa; perché complesse sono le anime che vivono la sezione, gli scenari politici che ad esse si legano e perché in fondo – eccezion fatta, con le dovute differenze, per il Movimento 5 Stelle – è l’unica forza politica tarquiniese le cui vicende sono legate ed influenzate anche da quanto accade a livello provinciale, regionale o nazionale.

Il recente congresso cittadino non fa, naturalmente, eccezione, anche se – a differenza di identiche assemblee del passato – potrebbe segnare un passo più decisivo nella recente storia del partito. La strada che ha portato ad Armando Palmini segretario cittadino, infatti, lascia sul campo nomi e personaggi che hanno segnato più o meno pesantemente gli ultimi anni del PD a Tarquinia.

Scorrendo i nomi dei componenti il direttivo, ad esempio, si nota immediatamente l’assenza degli ultimi due segretari di sezione, Piero Rosati e Laura Santi: l’esclusione di quest’ultima, fra l’altro, ha acceso la polemica, sostenuta anche da Andrea Egidi, perché ritenuta legata al sostegno al suo sostegno proprio al neo segretario provinciale. E anche più evidente e “rumorosa” è l’assenza dell’ex sindaco e presidente della Provincia Mauro Mazzola. Che ancor di più oggi che dopo la sconfitta elettorale appare, quindi, individuato come principale responsabile delle odierne difficoltà del partito in città.

Di certo c’è una scelta determinata della sezione tarquiniese, che va in controtendenza quasi totale con le scelte provinciali e si prepara alla nuove sfide elettorali, l’Università Agraria prima di tutte, test già probante per capire se la strada intrapresa permette un riavvicinamento con la popolazione. Indicative, in tal senso, le scelte che si assumeranno in tema di alleanze, che paiono necessarie per essere competitivi in termini elettorali: difficile, anche alla luce dei nomi che compongono il direttivo, immaginare un riavvicinamento al fronte Bacciardi, comunque dato per vicino a Moscherini, spetterà al segretario tracciare le future linee in tal senso, così come suo è il compito di non disperdere il sostegno ed il consenso di chi, da questo congresso, appare bocciato.

Compito difficile, ma probabilmente chi lo assume ne era ben consapevole, dopo il deludente risultato di giugno. Dopodiché, a premiare o bocciare la nuova linea, saranno i cittadini: perché anche le recenti primarie per le comunali hanno dimostrato che il potere interno alle mura della sezione non sempre coincide con le scelte più apprezzate dall’elettorato.