Si è spento il prof. Gianfranco Ciurluini: fu sindaco di Tarquinia. Domani i funerali

(f.e.) Si è spento nella notte tra sabato e domenica all’ospedale di Belcolle il Prof. Gianfranco Ciurluini, sindaco del Comune di Tarquinia dal 29 settembre 1988 al 20 Aprile 1990. I funerali si terranno domani, martedì, alle 10.30 presso la chiesa di San Francesco.

Un uomo di grandissimo spessore, stimato ed apprezzato da tanti. Il sindaco Pietro Mencarini, a nome della giunta e di tutto il consiglio comunale, esprime vicinanza alla famiglia Ciurluini per la scomparsa del professore amato da numerose generazioni di studenti e dell’ex sindaco per l’impegno civico ed amministrativo svolto durante il lungo periodo di militanza presso il Comune di Tarquinia. Molteplici i ricordi sui social da parte dei suoi ex studenti, colleghi, semplici cittadini e compagni di mille battaglie politiche.

 “È stato un mio prof al liceo, quando ancora la sede era a San Francesco. –scrive Lina- Uno di quei prof che si ricordano tutta la vita per la sua ironia e la sua originalità, ci sono alcune sue battute acute e intelligenti che sono diventate un cult per i suoi ex studenti. Ciao prof”. “Anche il prof. Gianfranco Ciurluini ci ha lasciato. –scrive l’ex consigliere comunale Giancarlo Capitani- Mitico professore del liceo della nostra gioventù, ci lascia con il ricordo del suo foulard, la sua camicia jeans, e con quel sarcasmo, mai conformista, nel suo descrivere i vizi degli italiani, magari raccontato passeggiando lungo l’amata spiaggia delle Saline. Ciao prof”. Ed ancora Laura: “Riuscivi a terrorizzarci e a farci ridere nello stesso tempo con la tua dissacrante ironia indimenticabile la tua performance di Kalinka in un pub di Praga anche allora nonostante il liceo fosse finito da tempo non riuscivo a chiamarti Gianfranco per me sarai sempre il mio prof”.

Sentito e commosso il ricordo della collega Anna Maria Vinci. “Caro Prof. Giancarlo o Ciurlo o Gianfry come amavamo chiamarti oggi sei andato via in silenzio, all’improvviso, ma davanti agli occhi i tuoi studenti di allora hanno solo la tua risata di cuore, il tuo viso sporco di gesso, la tua ironia sagace. Con te se ne va una parte della nostra giovinezza, delle corse all’interno del chiostro, di quegli ossidi di riduzione che ci facevano impazzire, di quelle gite fatte insieme e dei tuoi controlli fino all’alba nei corridoi. Ti facevamo impazzire con la nostra vitalità, ma dietro quell’aria burbera c’era sempre un cuore grande e una parola carina. In tutti questi anni incontrandoti sempre per le vie non ti ricordo una sola volta senza il sorriso. E’ così che ti voglio ricordare e sai…i prof rimangono sempre prof per sempre e continuano a vivere nella mente dei loro studenti. Tu hai lasciato “eredità d’affetti” e quindi caro prof questo è solo un arrivederci”.

Tanti ricordi come quell’aneddoto che Anna Alfieri descrive in maniera impeccabile sulle pagine de “L’extra”, quando ancora usciva sulla carta, nel ricordare come si svolgeva il Carnevale negli anni cinquanta. “Le Miss venivano elette tra la mezzanotte e l’una, mentre la gente, finalmente seduta intorno ai tavoli di platea o nelle poltrone di galleria, si tuffava su vassoi di cannoli, bignè e diplomatici acquistati al buffet, e su montagne di frappe, castagnole e ravioli, portate direttamente da casa. Per le elezioni si ricorreva a brevi consultazioni fra gli addetti ai lavori, o alla vendita di biglietti che davano a tutti il diritto di esprimere le proprie preferenze. Poi un leggero rullo di tamburo, un fremito in sala e finalmente, circondata dalle damigelle d’onore, lei, la Miss, appariva sul palcoscenico sorpresa e frastornata, ma bellissima con la sua fascia di reginetta sull’abito da sera, con il grande mazzo di rose avvolto nel cellophane. Al veglione del Circolo Giovanile Etruria era compito di Giancarlo Marca e/o di Gianfranco Ciurluini, futuro sindaco di Tarquinia, consegnare un’orchidea e la coroncina d’alloro dorato di foggia etrusca alla loro Fanciulla Velka, della quale entrambi, allora giovani leoni ruggenti ma sensibili, si innamoravano perdutamente sull’istante”.