Tarquinia, allarme stamani per i libri buttati dalla ex biblioteca. Il Comune: “Solo volumi non più utilizzabili”

(s.t.) Più di una segnalazione è giunta, questa mattina, su quanto stava avvenendo presso l’ex biblioteca comunale di Tarquinia, in via Umberto I, dove su un container venivano caricati libri che – per testimonianza raccolta dai presenti a chi stava svolgendo le operazioni – erano destinati prima all’area ecologica per poi finire al macero.

Una situazione che ha subito sollevato interrogativi e polemiche, anche riportando alla luce un servizio pubblicato – era il febbraio del 2013 – da lextra.news e dal Corriere di Viterbo proprio sull’abbandono dei libri all’interno dei locali dell’ex biblioteca cittadina.

Nella tarda mattinata è arrivato un comunicato del Comune di Tarquinia per spiegare quanto accaduto. “Da un mese a questa parte – recita la nota – il personale della Biblioteca è stato parzialmente impegnato in operazioni di scarto del materiale librario rimasto nei depositi della vecchia sede della Biblioteca, in gran parte proveniente da donazioni di privati cittadini”.

“Le operazioni di scarto  – specifica il comunicato – sono state seguite dal responsabile della biblioteca comunale con la collaborazione di cittadini volontari . Da stamani i libri rovinati, ammuffiti e non più utilizzabili sono stati mandati al macero, mentre la maggior parte dei testi rimasti nel deposito sono stati inscatolati perché verranno recuperati per la Biblioteca stessa, e donati ad altre biblioteche di paesi limitrofi, mentre altri saranno disponibili per essere donati a scuole o ad altre istituzioni che ne volessero fare richiesta”.

“L’operazione di scarto – conclude la nota – si è resa necessaria anche per fare spazio all’ampliamento dei camerini per il teatro comunale per i quali era necessaria una stanza in più. La Biblioteca manterrà un alta stanza quale locale di deposito del materiale conservato. L’amministrazione intende sottolineare che non sono stati scartati né libri di pregio, tantomeno documenti in buono stato ed utilizzabili e vuole ringraziare quanti si sono adoperati per questa operazione di recupero”.

Resta comunque da chiedersi perché si sia dovuti giungere al danneggiamento – sino all’estremo dell’impossibilità di utilizzo – per dei beni che rappresentano un patrimonio della collettività sia dal punto di vista materiale che intellettuale: le stesse operazioni di cui ora si dà notizia per le donazioni non potevano essere previste precedentemente, così da evitare la triste conclusione data stamani a questa vicenda?