Tarquinia, Celli e Leoni all’attacco sulla scuola: “Lavori nei plessi: per i nostri alunni un inizio all’insegna del disagio”

Riceviamo dai consiglieri comunali Sandro Celli ed Enrico Leoni e pubblichiamo

Tra pochi giorni, oltre alle mille incertezze dovute al Covid, per i nostri ragazzi la scuola inizierà anche all’insegna del disagio dovuto alla carenza di aule idonee, creatosi dopo la chiusura di parte del padiglione Nardi e che la superficialità e l’inadeguatezza di questa amministrazione non ha ancora permesso di risolvere. Problema che si è chiaramente acuito fino a diventare insostenibile con l’evoluzione della pandemia e l’introduzione delle norme previste per evitare il contagio da Covid-19.

Lo avevamo chiesto in consiglio comunale di prevedere per tempo un finanziamento ad hoc per restituire quelle aule chiuse alla scuola, ma l’assessore Benedetti ci rispose che non c’erano soldi per gli interventi necessari e che le nostre previsioni di 4/500 mila euro erano fuori dal mondo perché servivano almeno 2 milioni di euro. Ora sembra che con i circa 200 mila euro di un contributo ministeriale si recuperano circa un terzo delle aule.

Allora se, come diceva il grande Totò, è la somma che fa il totale, la risposta dell’assessore in Consiglio era l’ennesima bufala sparata per giustificare la scelta scellerata di eliminare ogni investimento sulle scuole, o come dice qualche assessore di “non buttare più soldi in quella scuola”, in nome di un mega polo scolastico che sta solo nei racconti di questa amministrazione che, per ora, è stata solo capace di non essere ammessa al finanziamento richiesto.

Così adesso a 3 giorni dall’inizio dell’anno scolastico, per poter iniziare i lavori da terminare entro il 31 ottobre se non si vuole perdere anche questo finanziamento, si stanno prospettando soluzioni assurde che prevedono lo spostamento continuo di alunni, docenti, genitori, ragazzi con problematiche di disabilità, scuolabus.

Ora però l’unico obiettivo è scongiurare l’ennesima figuraccia, e quindi, a meno che non si vogliano lasciare i ragazzi nelle aule mentre si eseguono i lavori nello stesso plesso, e non mi stupirei, le geniali alternative “imposte” sono o di mandarli a fare lezione dentro container posizionati in un parcheggio pubblico, o magari in spazi mai utilizzati forse perché non rispondenti alle norme di sicurezza.

Invece di mostrare la solita arroganza fuori luogo con chi magari ne evidenzia disagi e rischi, si spieghi ai genitori il perché si è rinunciato a finanziamenti pubblici e ora nella migliore delle ipotesi si è costretti a mandare i loro figli a fare lezione in un parcheggio dentro dei container.

La scuola, come la sicurezza dei nostri ragazzi che la frequentano quotidianamente, sono una priorità assoluta e quindi questi lavori, soprattutto in un momento come questo, si potevano e si dovevano comunque programmare e realizzare per tempo, anche con soldi comunali e indipendentemente dai finanziamenti esterni.

Centinaia di migliaia di euro spesi per strapagate feste e festicciole, trenini turistici usati come navette, variazioni di bilancio di oltre 5 milioni di euro con alcuni milioni destinati ad investimenti liberi e ancora si dice che non ci sono soldi.

Basta caro assessore con questa scusa ridicola, i soldi sono forse l’unica cosa che non manca, ne ha quanti forse nessun’altro ne ha avuti a disposizione, quello che veramente manca è la capacità di saper individuare le reali priorità per la nostra comunità come la scuola, la capacità di saper programmare e realizzare o addirittura di saper gestire almeno la pulizia e la manutenzione della città.