Tarquinia e Vulci, non solo resti etruschi, ma anche egiziani

La storia è una delle materie più importanti che esistano, in quanto ci permette di capire chi siamo e da dove proveniamo. Specialmente la storia delle più antiche civiltà umane, da quella assiro-babilonese agli antichi romani, passando per etruschi e antichi egizi. In particolar modo queste ultime due hanno lasciato diverse tracce di sé stesse, anche in località italiane come Tarquinia e Vulci. In queste città, infatti, vi sono musei che ospitano resti dell’antica civiltà etrusca ma non solo. Sono stati ritrovati anche diversi reperti dell’antico Egitto che meritano di essere analizzati meglio. Molti di essi, infatti, si saranno potuti vedere solo nei film ambientati nell’epoca egiziana, ad esempio la Mummia, nei videogames a tema, come la book of ra gratis o Assassin’s Creed Origin, o nelle cartoline che qualche parente o amico avrà spedito dall’Egitto direttamente. Allora perché accontentarsi quando si ha la possibilità di vederli con i nostri occhi a pochi passi da Roma? Nelle prossime righe ci sarà un piccolo spoiler delle principali scoperte presenti nel museo di Tarquinia relative all’antico Egitto.

Etruschi ed egizi, due culture a confronto

La cultura e la società etrusca, presenti in Italia già nove secoli prima della nascita di Cristo, hanno avuto un’influenza poderosa sullo sviluppo del successivo Impero Romano sotto tutti i punti di vista: religioso, culturale, economico così come dal punto di vista scientifico e artistico. In ottocento anni di esistenza, naturalmente, questa importante società ha lasciato negli strati nascosti delle terre laziali migliaia e migliaia di reperti che ci raccontano praticamente ogni aspetto del loro vivere quotidiano. Oggetti, monili, riproduzioni artistiche che illustrano il quotidiano ma anche eventi speciali come celebrazioni religiose o e persino gare sportive. Su vasi, tazze, giare, contenitori e ogni altro oggetto in terracotta venivano dipinte azioni che uomini e donne svolgevano in determinati momenti, seguendo uno stile determinato per ogni epoca e una iconografia che racconta quanto un libro la storia di un popolo. Oggetti incredibili oggi conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, uno dei musei più importanti al mondo per quantità e qualità di antichità etrusche. In questo luogo sono messi in mostra al pubblico opere di eccezionale valore rinvenute grazie ai continui scavi archeologici effettuati nel territorio. Ma a questo punto cosa c’entra l’Egitto? Ecco, è la domanda che si fanno tutti gli archeologi e gli storici da quando, pochi anni fa, sono stati rinvenuti nei vari scavi oggetti tipici della cultura sociale e religiosa dell’Egitto. Uno di questi, quello che ha destato particolare meraviglia, nel parco archeologico di Vulci, in provincia di Viterbo, parco i cui tesori finiscono anche in mostra all’estero. In questo caso parliamo di un sigillo a forma di scarabeo color verde acqua, risalente al secondo quarto del VII secolo a.C.

Oggetti egizi in Etruria?

La scoperta di questo incredibile manufatto, rinvenuto nel 2013, non è certo l’unica. Già in precedenza furono ritrovati tra gli scavi oggetti come due pendenti che rappresentano il dio falco Horus e un’egida con la testa di Hathor. E poi maschere e amuleti, vasetti e contenitori per essenze. Ma che significato ha il ritrovamento di questi oggetti egizi in Etruria? Come molti studiosi hanno sottolineato, queste scoperte danno un contributo significativo alla lettura dei rapporti degli Etruschi con gli altri popoli del Mediterraneo. Nello specifico questi ritrovamenti raccontano di intensi scambi commerciali ma soprattutto una propensione di questo popolo al dialogo culturale con altre civiltà, cosa che si ritrova anche nella simbologia con icone del potere e religiose in comune anche con l’Egitto. Alcuni ritrovamenti sono stati effettuati anche in tombe etrusche e la presenza di manufatti egizi, cosa estremamente rara, fa pensare anche, in qualche modo, all’appartenenza di quel defunto ad una famiglia di ceto molto alto, aristocratico presumibilmente, in stretti rapporti con la famiglia o comunque persone vicine al faraone. Ritrovamenti bellissimi da un punto di vista artistico e importanti da quello archeologico, storico e antropologico che aprono a nuovi scenari e offrono spunti di riflessione tra gli studiosi nuovi e più ampi di quel che si pensava.