Riceviamo dal Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia – Tarquinia e pubblichiamo
È ormai ufficiale: quest’anno Tarquinia non avrà il Presepe Vivente, né la Casa di Babbo Natale, né le ormai tradizionali piazzette. E pensare che quelli “litigiosi” e “poco inclini al dialogo” con le associazioni eravamo noi della precedente amministrazione.
La Giunta Sposetti, smentendo nei fatti tutti i proclami elettorali, è riuscita nell’impresa di mettere alla porta – o quantomeno in forte difficoltà – buona parte delle principali associazioni cittadine. Prima i problemi con la Pro Loco, che solo grazie al senso di responsabilità di quest’ultima non sono sfociati in annullamenti di eventi, comunque ridimensionati. Poi i contrasti con il Tarquinia Calcio, il Teatro Popolare, Se Ami Tarquinia, Viva Tarquinia, Divini Commercianti, le Reti Impresa e oggi, evidentemente, anche con l’associazione del Presepe Vivente.
A rimetterci, come sempre, saranno i cittadini di Tarquinia, privati di appuntamenti tra i più attesi dell‘intera programmazione annuale, e soprattutto il comparto commerciale, che proprio nel periodo natalizio avrebbe maggiore bisogno di sostegno e iniziative.
C’è chi sostiene che atteggiamenti così ostili possano derivare dalla presenza, all’interno di talune associazioni, di qualche sparuto volontario non proprio in linea politicamente con l’attuale maggioranza. Noi questo non vogliamo crederlo: sarebbe assurdo valutare l’affidabilità di un’associazione sulla base delle simpatie politiche di alcuni soci o mettere a rischio eventi consolidati per simili ragioni.
Riteniamo invece che l’inerzia che da un anno e mezzo caratterizza l’intera azione amministrativa della Giunta Sposetti stia finendo per influenzare anche il mondo dell’associazionismo, da sempre il cuore pulsante della città. Senza il giusto riconoscimento, contributi, dialettica e soprattutto collaborazione, anche le realtà più attive perdono entusiasmo.
Siamo certi che la sinistra proverà come sempre a giustificarsi svicolando sull’ormai cronica scusa della “mancanza di fondi” e sull’altrettanto cronico meme che “la precedente amministrazione nei rapporti faceva di peggio”, se non addirittura che “la colpa è delle associazioni”.
Ma i fatti, ahi noi, parlano chiaro: Tarquinia, diversamente dagli anni passati, si avvia verso un Natale triste, spento, ancora senza una programmazione e un’identità, privo di quelle iniziative ormai storiche, in un momento già estremamente difficile per il tessuto commerciale della Città.
