Tarquinia, il Movimento Civico sulla conferenza stampa di Giulivi: “I botti di fine anno”

Riceviamo dal Movimento civico per Tarquinia e pubblichiamo

Abbiamo letto e ascoltato con curiosità e tutto di un fiato le ultime dichiarazioni del primo cittadino di Tarquinia alla conferenza stampa del fine decennio.

Ci preme ricordare che alle ultime elezioni, Giulivi si candidò e chiese la fiducia sulla base di una stima presunta a tutti i suoi concittadini, riuscendo a creare una intesa e una complicità tali, da uscire vincitore dal confronto elettorale. Come spesso accade, finita la festa, si gabba il santo togliendo la maschera che fino a quel momento celava il volte e cosi! Il giorno successivo, abbiamo appreso che Giulivi non sarebbe stato il sindaco di tutti. Di certo non degli operatori e degli imprenditori balneari o delle associazioni sportive e culturali del paese.

Ben presto, la curiosità si è trasformata in apprensione e subito dopo sgomento. Non tanto per l’affermazione in se, “chi è causa del suo mal pianga se stesso” riferita agli imprenditori che gestiscono la spiaggia e gli stabilimenti balneari, quanto alla profonda inconsapevolezza che la spiaggia, gli imprenditori, sono una delle principali leve economiche del paese, che attirano turisti e danno lavoro a decine di persone tutti gli anni. Non capire, quanto sia necessario e per lui, in quanto sindaco e primo cittadino, obbligo, correre a sostegno di quel settore economico che grida preoccupazione e sconforto dopo i danni subiti dall’ultima straordinaria mareggiata. Danni che toccano, piaccia o non piaccia, l’economia di tutta Tarquinia.

Non nascondiamo che a quelle esternazioni, la tentazione alla facile ironia è stata forte e con sacrificio repressa. Ma noi abbiamo rispetto del ruolo del sindaco di un paese, perché il sindaco rappresenta, nel bene e nel male, la volontà dei suoi cittadini, le aspirazioni e i bisogni di un paese che vuole, desidera ritrovarsi intorno alla persona a cui ha dato fiducia e mandato, per rappresentare quei bisogni. Ed è per questo che il sindaco assurge al ruolo di grande padre, capo della comunità che lo ha eletto e non certo un tecnico, del resto non ricordiamo che in campagna elettorale si fosse usata questa definizione, UN TECNICO, riferita alla sua candidatura.

Per questo vogliamo prendere sul serio quanto affermato e, per sgombrare il campo dalle semplificazione del gioco delle parti, affermare che è legittimo che un sindaco abbia una visione del proprio paese, sarebbe addirittura peggio se non vi fosse, come è altrettanto legittimo che la visione non si possa condividere. Ritenere il presepio vivente una provinciale manifestazione paesana di sottocultura, non tiene conto del fatto che quell’evento, divenuto famoso in tutto il Lazio, è il frutto di una idea creativa di qualcuno che ha messo a disposizione di tutta la comunità le sue competenze, risultato di studi e specializzazioni. Ed è proprio questo l’ingrediente che lo ha reso unico e il motivo per cui tutti, oggi, cercano di imitarlo, non è una classica rappresentazione della natività fatta da persone in carne e ossa. Ma la valorizzazione di scorci meravigliosi di Tarquinia con ricostruzioni degne di un set cinematografico dai mille particolari nel quale, i classici personaggi vi si incastrano raccontando la nascita di nostro signore. Nel tempo, riproposta con giusta pignoleria dagli organizzatori che ne hanno raccolto lo spirito e la sfida, decine di comparsanti e volontari.

Ci chiediamo cosa significhi uscire dalla sotto cultura del provincialismo paesano per il primo cittadino. Se la soluzione è puntare sulla tappa del giro d’Italia lo sgomento diventa inesorabilmente sconforto. E se a questo si aggiunge la totale assenza di un progetto di gestione del teatro comunale, la visione culturale del primo cittadino diventa un mistero.

Non vorremmo infierire ulteriormente, insomma le feste sono appena finite e tutti siamo un po’ appesantiti. Ma un una domanda merita di essere fatta e per la quale si aspetta una risposta, tanto per restare in tema dei botti di fine anno. Che ruolo hai svolto caro sindaco all’ultima riunione del consiglio della Talete? Dove è stato votato all’unanimità l’aumento del 9 per cento delle bollette dell’acqua per il 2020? E questo dopo che tu in consiglio ti sei fatti paladino della lotta contro la gestione della Talete e della Talete stessa? Ovviamente in conferenza stampa ti sei ben guardato di toccare l’argomento. Bene! Lo facciamo noi che mal sopportiamo questa doppiezza da parte di chi ha promesso limpidezza e correttezza in campagna elettorale, di queste maschere che si tolgono subito dopo finita la festa e gabbato lo santo. Di certo oggi è chiara una cosa, vera come il sole, chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Il Movimento civico per Tarquinia