Tarquinia, la lettera aperta di ventitré cittadini al sindaco Giulivi

Riceviamo e pubblichiamo

Signor Sindaco,
Le scriviamo perché pensiamo che una persona che ricopre la sua carica debba valutare bene quello che dice, soprattutto se parla ai concittadini dal sito istituzionale del Comune, e che si debba ben guardare dal fare delle affermazioni che, oltre al plauso scontato di alcuni suoi fedeli elettori, sono oltremodo fuori luogo, sbagliate e pericolose, specialmente in questi momenti.

Un Presidente della Repubblica che sfiduciasse il primo ministro compierebbe un atto eversivo, fuori dalla costituzione, dato che la nostra è una repubblica parlamentare e un governo può essere sfiduciato solo dal parlamento. Che un sindaco non lo sappia è grave, che un sindaco invochi un atto eversivo è pericoloso; lasci questi proclami a chi non conosce la nostra Costituzione o ai nostalgici di quel lontano periodo, quando non esistevano “lacci e lacciuoli”, persone che hanno dimenticato come è andata a finire, allora…

Invocare “un uomo solo al comando” (un tecnico o chiunque altro) è una strumentalizzazione della situazione attuale, giustificabile solo in chi lavora “contro” (contro l’attuale Primo Ministro, nel nostro caso) e non per (per risolvere i problemi, per collaborare facendo la propria parte…), da chi non ha idea della complessità della situazione e della problematicità delle soluzioni, che travalicano la singola persona, sia pur essa il Presidente del Consiglio. Tutte le scelte del governo si attengono, fortunatamente, alle valutazioni ed alle indicazioni di organismi sanitari di alto livello, sia nazionali che internazionali (OMS), da cui hanno ricevuto prima sostegno, indicazioni, proposte, e poi plauso per le scelte fatte; scelte che vengono poi affidate al braccio operativo della protezione civile che le pianifica ed attua a livello nazionale. L’esempio contrario viene da altre nazioni importanti – Inghilterra, Stati Uniti – dove le iniziali minimizzazioni da parte dell’uomo “forte”, che irrideva gli scienziati, si sono completamente ribaltate dopo la rapida e prevedibile diffusione della malattia, sulla pelle, temiamo, dei loro cittadini. Solo questo confronto dovrebbe renderci felici per la linea tenuta dal nostro governo, che ha messo in campo, gradualmente e con fermezza, decisioni sempre coerenti e volte TUTTE al contenimento della diffusione dell’infezione.

Certe scelte non sono facili, tranne che per chi non immagina la complessità dei problemi. L’ultima (difficile) scelta è stata la chiusura governativa delle attività industriali non indispensabili, quella che lei definisce “sketch pubblicitario”. Converrà che alimentari e medicinali sono beni di prima necessità, mentre non lo sono i tappi di plastica, bottiglie di vetro o carta e cartoni. Corretto? Ma, qui casca l’asino, come fa, chi produce le acque minerali, ad imbottigliarla senza i tappi di plastica? E come si manda il latte nei supermercati, se non c’è chi fornisce il tetrapak o le bottiglie? Di esempi simili possiamo trovarne a migliaia, li possiamo inserire in quell’enorme e complesso contenitore che si chiama “filiera” e che ruota attorno alla produzione dei beni di prima necessità. Forse lo sketch pubblicitario ed il successivo DPCM hanno dovuto tener conto di tutti questi aspetti molto complessi, che ovviamente sfuggono a chi ha pensa che la bacchetta magica dell’uomo solo al comando (magari con “pieni poteri”) risolva tutto.

Il “noi moriremo tutti” è la chicca del suo discorso. Fuori dalla realtà, visto che per fortuna la percentuale dei morti è molto bassa; allarmista, in momenti in cui ci si aspetta rassicurazioni dagli organismi di governo nazionale e locale; ingiusta, dato che la cittadinanza segue disciplinatamente le raccomandazioni delle autorità locali e di governo. E se qualcuno invece non si attiene, costui venga sanzionato; ma non faccia di tutte le erbe un fascio e non terrorizzi i cittadini!

Lei disse, il giorno del suo insediamento, che non sarebbe stato il sindaco di tutti, salvo poi correggere quella sua prima infelice affermazione. Sia chi l’ha votato, sia chi non l’ha votato Le riconosce quell’autonomia di chi si è fatto – professionalmente e politicamente – con le proprie mani, senza padrini politici o pacchetti di tessere. Il suo proclama di ieri è apparso invece, a noi ed a tanti altri, la pedissequa riproposizione dei proclami del segretario del suo partito, uno dei tanti megafoni scesi in campo all’unisono tra sabato notte e domenica mattina per una squallida – visti i tempi – operazione di propaganda politica. Ci apparirebbe molto più dignitoso e consono al proprio ruolo istituzionale il comportamento di un sindaco che si ritenga e si ponga quale punto di riferimento dei propri concittadini, pronto a prendere provvedimenti magari impopolari ma capace di trasmettere fiducia, sicurezza, ottimismo in un periodo buio come quello che tutti noi stiamo vivendo.

Buon lavoro, Sindaco!

Ugo La Rosa, Simonetta Peroni, Ivana Arcangeli, Antonio Paone, Adriana Sabbatini, Maria Letizia Sileoni, Miria Ceccarini, Vittorio Naccarato, Ugo Marino Cerrato, Cinzia Brandi, Claudia Papalini, Valeria Peparello, Samuele detto Elio Ferrillo, Roberto Antenore, Onofrio Valente, Maria Ivana Sebastiani, Michele Maria Montesi, Piero Rosati, Luigi Caria, Serena Ferrillo, Giuseppina Ceccarini, Marco Leopoldo Ubaldelli, Giacinto Mazzola