Riceviamo dal direttivo di Sinistra Italiana circolo di Tarquinia e pubblichiamo
Il comunicato del Sindaco del 24 novembre non solo non ci convince ma, conferma tutti i dubbi e le opacità di un accordo che penalizza la città.
Nessuno ha mai messo in discussione la necessità, la liceità, l’utilità di chiudere la vertenza con Talete con un accordo, una transazione economica tra le parti. Ma un’operazione del genere imponeva almeno tre condizioni.
La prima che tutte le forze politiche di maggioranza fossero coinvolte nella indispensabile discussione dell’indirizzo che si sarebbe voluto dare a quella trattativa, primo elemento disatteso inspiegabilmente. La seconda e a maggior ragione che tutto il Consiglio e le forze politiche rappresentate potessero partecipare alla discussione di indirizzo su un tema cosi importante per la città, cioè un credito di oltre 2 milioni di euro che il comune vanta verso la società Talete. Terza l’assoluta trasparenza degli atti che, per le premesse di cui sopra, necessariamente avrebbero dovuto rispettare l’indirizzo dato.
Se ci fosse stata la dovuta discussione, probabilmente tutti saremmo stati d’accordo almeno su un punto, LA SALVAGUARDIA DEGLI INTERESSI DEI CITTADINI DI TARQUINIA.
È evidente che tutte e tre le condizioni sono state disattese. Lo dimostra il fatto che tutti gli atti avuti dopo il nostro acceso sono carenti di necessarie informazioni puntuali, non vengono illustrati i rischi concreti di soccombenza, ai quali il sindaco fa cenno nel suo articolo, come la gestione dell’iva, ricordata dal sindaco, la delibera non fa nessun cenno al debito netto ma considera le somme dovute così come da noi descritte, ne viene chiarito come sarà gestito il pagamento dell’IVA contribuendo così fare confusione sulle somme.
E non è vero, come sostenuto dal Sindaco che tutti gli atti erano pubblici e consultabili in quanto tra tutti gli atti, proprio il testo dell’accordo transattivo era interdetto e non accessibile. La motivazione addotta dal segretario comunale a dallo stesso Sindaco circa questa curiosa omissione era dovuta ad un accordo tra le parti. E qui sorge la prima domanda, può un ente pubblico e una società partecipata pubblica stipulare un accordo di riservatezza su una materia che riguarda la Pubblica Amministrazione? O meglio il pubblico interesse? Noi non siamo convinti, per questo abbiamo chiesto, tramite accesso agli atti, ulteriore documentazione con il coinvolgimento persino del RESPONSABILE COMUNALE DELLA TRASPARENZA E PUBBLICITA’ DEGLI ATTI per capire e attestare con chiarezza e trasparenza se la mancata pubblicazione del testo dell’accordo rispetti i principi contenuti nelle leggi vigenti. L’obiettivo, che tutti gli atti possano essere visibili a tutti i cittadini nel rispetto dei principi sopra richiamati che guidano l’attività amministrativa dell’ente pubblico.
Si enunciano poi, nella nota del Sindaco i principi di correttezza giuridica, di convenienza economica e di interesse pubblico. Per quanto ci riguarda, continuano a sussistere forti dubbi anche in merito la convenienza economica. Come è possibile che a fronte dello spauracchio di dieci anni di causa civile per vedere riconosciuto il debito, in realtà si accetta di rientrare del dovuto, come recita l’accordo; dando la possibilità alla società Talete di poter estinguere il proprio debito nel 2041, cioè tra 17 anni? E tutto questo senza pretendere interessi di alcun tipo, neanche quelli di rateizzazione come il buon senso avrebbe suggerito e come ogni buon padre di famiglia avrebbe preteso.
Ma c’è dell’altro: la rateizzazione annuale, applicata al debito di Talete verso il Comune sarà oggetto di compensazione con quanto il comune dovrà pagare per i consumi pubblici dell’acqua, ora, i suddetti consumi sono raddoppiati, passando da circa 90 mila euro a circa 160 mila euro. Purtroppo la notizia è che sono destinati ancora a salire visti gli adeguamenti tariffari dell’ultima variazione di bilancio di altri 96 mila euro. Con il risultato che, non solo NON riscuoteremo la rata, ma noi cittadini dovremo metterci sopra anche il resto, oltre al danno anche la beffa.
Ora, conoscendo la logica del Sindaco Sposetti, ci verrà obiettato che le tariffe dell’acqua le stabilisce ARERA, che è un ente governativo. Bene! E allora perché in fase di trattativa, non abbiamo previsto, a difesa degli interessi della comunità locale, meccanismi che tutelano il credito da questi aumenti? E non ci si venga a raccontare che chi ha condotto la trattativa non ne era a conoscenza, perché il primo aumento importante c’è stato proprio nel 2024. E allora perché in fase di trattativa il Comune ha deciso di rinunciare a tutti gli interessi, quelli moratori, quelli legali e quelli di rateizzazione sapendo che per la TALETE LA CRESCITA TARIFFARIA E’ DA TEMPO LO STRUMENTO ATTRAVERSO IL QUALE CONTRASTA LA PROPRIA FRAGILITA’ ECONOMICO FINANZIARIA?
E questo, francamente rende ancora più oscuro e meno giustificato un accordo con il quale il comune di Tarquinia di fatto rinuncia ad ogni sua pretesa. Per questo noi riteniamo, che ogni passaggio doveva essere reso pubblico e trasparente, cosi come le discussioni intorno al tema, con il coinvolgimento del consiglio. Invece si è scelta la strada, della segretezza, della riservatezza dell’omissione di atti importanti negati alla conoscenza dei cittadini di Tarquinia.
Neanche il passaggio in giunta, che il sindaco usa come una clava per sostenere una inesistente ragione, ha avuto la necessaria trasparenza, completezza di informazioni e esaustive spiegazioni affinché si potessero avere tutti gli strumenti per una valutazione oggettiva e serena. E l’imbarazzo calato dopo che il consigliere di AVS ha posto il tema in una riunione di maggioranza successiva all’adozione della delibera ci ha indotto a pensare a noi di Sinistra Italiana, Assessora in testa che sarebbe stato il caso di approfondire senza farne mistero.
Poi siamo stati cacciati e spediti all’opposizione, non a caso. Adesso abbiamo presentato ulteriori istanze di accesso agli atti per avere notizie di dettaglio su questioni cosi importanti e siamo in attesa di risposta. Appuntamento alla prossima puntata quindi. L’unica certezza che abbiamo oggi, incontrovertibile, è che tutto è stato fatto, meno che prendersi cura degli interessi dei cittadini di Tarquinia.
