Tarquinia, stamani al cimitero la commemorazione di Angelo Jacopucci a 40 anni dalla morte

Stamani Tarquinia ha ricordato, con una cerimonia ufficiale presso il cimitero monumentale “San Lorenzo”, Angelo Jacopucci, il “suo” campione della boxe scomparso 40 anni fa, a seguito dei colpi subiti nell’incontro contro l’inglese Alan Minter valido per la cintura europea.

L’amministrazione comunale, per l’occasione, ha svelato una targa “in ricordo del suo indimenticabile campione”, dopo aver portato i saluti con il vicesindaco Martina Tosoni ed il delegato allo Sport Stefano Zacchini, oltre che con la presenza di tanti tra assessori e consiglieri: ad accompagnare il momento, le note delle trombe di Alessio Jacopucci e Alessandro Centini. Presenti anche i famigliari di Angelo, la moglie Giovanna, il figlio Andrea ed il piccolo Otto, nipote del pugile, che ha chiuso la mattinata leggendo una preghiera del pugile, rivolta anche ai ragazzi delle nazionali italiane e moldave di boxe che, questa sera, combatteranno nella riunione in programma a Tarquinia Lido. A loro è giunta anche la benedizione di don Augusto Baldini, oltre che l’in bocca al lupo di Andrea Jacopucci: “Oggi è anche la vostra giornata”, le parole del figlio di Angelo, nel salutare i giovani atleti giunti a portare il proprio omaggio al campione tarquiniese.

“Grazie alle amministrazioni, passate e presente, per l’impegno messo nel dare lustro ad Angelo: un lustro che merita”: così, invece, ha chiuso l’intervento Alberto Renzi, sempre vicino ad Angelo nel corso della sua carriera nella boxe. “Quella sera, Angelo ha sbagliato uomo e serata – ha detto ricordando il fatale match di Bellaria – Uomo, perché Minter era pugile di grande forza. E serata perché Angelo accettò il tipo di match che l’inglese voleva, invece di applicare la “sua “boxe, che avrebbe portato Minter allo sfinimento. Non fosse successo, oggi probabilmente racconteremmo un’altra storia”. In molti hanno ricordato l’amore di Angelo per Tarquinia, la sua lotta per sentirsi apprezzato in una città che a lungo lo aveva sminuito. E che, oggi, si è riunita per ricordarlo.