di Fabrizio Ercolani
A cosa saranno destinati i fondi che arriveranno nelle casse comunali dalla tassa di soggiorno? Una domanda che sta accendendo lo scontro politico in questi giorni ma che ha una risposta semplice e chiara.
Nel dossier di presentazione della candidatura di Tarquinia a capitale della cultura alla sezione “sostenibilità economica finanziaria e budget”, si legge in maniera netta: “Saranno destinati al piano economico finanziario del 2028 anche gli importi derivanti dall’imposta di soggiorno per l’annualità 2026 e del 2027 del comune di Tarquinia, capofila del progetto, e delle altre amministrazioni che già la prevedono”. A cosa serviranno dunque i tavoli permanenti promessi nel corso del consiglio in cui è stata approvato il regolamento della tassa di soggiorno?
Inoltre alto dato curioso: la presentazione presso il Ministero della Cultura del dossier dal titolo “La cultura è volo. Un territorio che genera futuro. Dall’eredità alla visione” risale ai primi di ottobre ben prima dell’approvazione in consiglio del regolamento sulla tassa di soggiorno, un dettaglio che spiegherebbe la fretta nel far partire in fretta e furia la tassa.
Interessante anche vedere gli investimenti programmati sino al 2027. Nel 2026 l’impegno è per la realizzazione di prodotti per la narrazione digitale, il recupero della cinta muraria tratto “Castro novo”, la viabilità pedonale dalla città alla necropoli e installazione di aree di sosta, rivisitazione appalto informazione ed accoglienza turistica e ampliamento della biblioteca. Nel 2027 è previsto il recupero della cartiera e del mattatoio con il restauro e la rifunzionalizzazione degli edifici da destinare a centri della cultura e delle arti visive. Nel 2028 il completamento dell’allestimento di Palazzo Bruschi con allestimento di spazi da destinare a R.S. Matta, un nuovo parcheggio di interscambio e un nuovo centro di formazione.
Intanto prosegue il tour di presentazione della candidatura. “Il 10 dicembre saremo a Milano, nella sede della Fondazione Luigi Rovati, per presentare il dossier della candidatura di Tarquinia e della rete dei Comuni della DMO (Destination Management Organization) Etruskey al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2028”. -sottolinea il sindaco Francesco Sposetti, sottolineando come l’iniziativa rappresenti un nuovo passo nel percorso di valorizzazione culturale intrapreso dalla città. Il primo cittadino rimarca “la collaborazione sempre più stretta e proficua con il Parco Archeologico, una sinergia che trova un ulteriore punto di forza proprio nel rapporto con la Fondazione Luigi Rovati”.
