Riceviamo dalla Sez. UDC di Tarquinia e pubblichiamo
Quando nel programma di Natale dell’Amministrazione comunale la mostra dei presepi finisce in fondo… dopo mille eventi che col Natale hanno meno a che fare di un cactus con la Lapponia
Nel programma natalizio dell’attuale Amministrazione comunale, dopo un’infinità di eventi, spettacoli, mercatini, performance, degustazioni, pageant, fiamme olimpiche e qualunque altra trovata potesse essere infilata dentro… ecco, solo in fondo, quasi come se fosse una nota a piè pagina, compare una frasetta: Itinerario presepistico dentro le parrocchie della citta
Come se fosse un dettaglio. Come se fosse un optional. Come se il presepe fosse un soprammobile dimenticato dietro la TV. E allora eccoci qui, come UDC Tarquinia, a dire quello che molti pensano e pochi scrivono. Tarquinia e il Natale: come un elefante in una cristalleria
Tarquinia sta al Natale come un elefante sta in una cristalleria: rumorosa, goffa e per nulla consapevole di dove mette le zampe. Un’immagine perfetta per descrivere l’approccio attuale alle tradizioni natalizie: ci si muove, sì… ma senza capire cosa si sta trattando. Da qui nasce la nostra espressione algebrica politico-satirica: “Quanto tengono veramente al Natale questi sinistroidi del Campo Largo?”. La risposta, purtroppo, è più semplice del previsto: probabilmente quanto noi teniamo alle tasse – ovvero, il minimo indispensabile e pure controvoglia.
Le manifestazioni natalizie: latitanti come comete senza cielo. È davvero triste vedere che, ogni anno, si trovino mille scuse per organizzare ogni tipo di evento possibile, ma non si trovi mai il tempo, la volontà o il coraggio di organizzare manifestazioni che ricordino il Natale vero, quello della Nascita di Gesù. No, nn pagine a colori. No, non la fiamma olimpica. No, non l’ennesimo “Tarquinia Capitale della Cultura” che sembra voler dire tutto e niente.
Parliamo invece di tradizione, quella vera. Di presepi, di cori, di celebrazioni, di spiritualità. Quella che un tempo faceva da colonna portante a dicembre, e che oggi viene nascosta dietro l’evento fashion di turno.
Possiamo ripeterlo in mille modi, ma il concetto resta uno: non esiste cultura senza tradizione. È impossibile.
Eppure, con un certo modo di ragionare “modernista”, sembra che la cultura cristiana – che ha costruito secoli di arte, architettura, identità e valori – sia un peso da mettere da parte, un elemento da relegare in fondo ai programmi, come la famosa “frase a margine” sulla mostra dei presepi. Da parte nostra, UDC Tarquinia, continueremo a dirlo chiaro: una città che dimentica le sue radici non costruirà mai un futuro solido. E un Natale che dimentica Cristo è solo un calendario pieno di eventi, ma vuoto di significato.
