Una lettera aperta da parte della mamma di Riccardo: “Grazie a chi mi ha confortato, in particolare al personale della Polizia”

Riceviamo e pubblichiamo

A un mese dalla morte di Riccardo lo spazio vuoto rimasto dentro e fuori di me non potrà essere mai colmato e cerco di renderlo sostenibile grazie ai tanti ricordi che affollano la mia mente. Questi si intrecciano tra quanto è stato possibile fare e quant’altro invece poteva essere fatto meglio, a partire dal cerchio della famiglia fino a raggiungere quello dei servizi sanitari a sostegno di problematiche complesse come i disturbi della personalità e la bipolarità che sempre più coinvolgono famiglie inevitabilmente impreparate.

È giunto per me anche il momento per ringraziare pubblicamente chi mi ha confortato, ognuno come ha potuto, usando affetto, parole, sguardi, racconti, comprensione e, più di tutto, amore. Quest’ultimo sentimento, sembrerà strano, mi è arrivato chiaro e inaspettato anche da chi ha solitamente un ruolo serio e correttivo, distaccato e autorevole.

Mi riferisco al personale della Polizia di Tarquinia che, per motivi legati appunto alla bipolarità di Riccardo, avevano nel tempo stabilito un rapporto particolare dove aveva più a che fare la comprensione umana che la legge. Si fermavano a parlare con Riccardo in giro per il paese che gli raccontava tanto delle sue difficoltà relazionali quanto dei suoi progressi grazie alle nuove cure intraprese. Era solito a riferirmi con orgoglio di questi incontri. È capitato anche di sentirli bussare alla porta di casa che aprivo preoccupata per poi capire che erano venuti solo a trovarlo perché da tempo non lo avevano più incontrato in paese.

Sono stati loro stessi a raccontarmi che proprio il pomeriggio precedente alla sua scomparsa Riccardo era andato addirittura a trovarli al Comando di Polizia per un saluto perché quando stava bene gli piaceva fare buona figura con chi era importante per lui. Mi hanno raccontato di averlo trovato sereno e cordiale tanto che, quando hanno saputo dell’arresto cardiaco che in nottata lo ha portato alla morte, erano così scossi perché avevano perso una persona cara.

Per tutti questi motivi voglio nominare il Sost. Com. Daniela Napoli, l’Assist. Capo Maccarri Enio, il Sovrint. Capo Losurdo Rosa, il Sovrint. Capo Biagida Giuseppe, il Sovrint. Capo Cosimi Fernando, l’Assist. Capo Roselli Giulio e tutti gli altri che ora non ricordo perché con gentilezza e discrezione mi hanno fatto sentire parte di una comunità allargata che ha percepito la pena di una madre ed ha costantemente cercato di trovare ogni maniera per alleviarla e renderla sopportabile.

Ringrazio tutti per quanto siete stati capaci di fare.

Silvana Leoni
la mamma di Riccardo Massa