Riceviamo dal direttivo di Sinistra Italiana sezione di Tarquinia e pubblichiamo
Diciamolo chiaramente, la convergenza di tutti i partiti intorno alla figura di Romoli è il prodotto di un processo politico intestino. Un’operazione di potere, non certo un atto per il bene della Provincia di Viterbo.
Sinistra Italiana afferma senza ambiguità che la convergenza di tutti i partiti su questa candidatura alla presidenza della Provincia non nasce da visioni, da un confronto dialettico sui programmi o responsabilità verso il territorio. È piuttosto il risultato di un processo politico intestino condotto lontano dagli occhi dei cittadini, dove a prevalere sono calcoli politici di convenienza e blindature del potere.
Non vi è dubbio che questa è la più eclatante conseguenza del aver sottratto ai cittadini il ruolo di elettori e aver lasciato in mano alla politica il destino e le sorti della vita amministrativa di territori che meriterebbero ben altro esercizio della democrazia, un delega, anzi una cambiale in bianco che viene sempre ripagata con l’opportunismo.
I cittadini della Provincia di Viterbo non possono essere spettatrici passivi di accordi che rispondono più alle dinamiche dei partititi che alle esigenze di sviluppo, servizi, ambiente e giustizia sociale. Ma perché stiamo assistendo a questa indecorosa farsa? Quali sono i giochi politici che condiscono questa Misticanza?
La Presidenza Romoli si è tenuta in piedi per un accordo, anomalo, tra il PD e Forza Italia. Oggi il partito di maggioranza relativa, Fratelli d’Italia tenta una legittima ricomposizione del campo politico del centro destra e quindi sostiene strategicamente Romoli. Il PD non vuole mollare l’osso e perdere cosi posizioni di potere e quindi, molto meno legittimamente, sostiene Romoli presidente di provincia nonché segretario provinciale di Forza Italia. Il tutto con l’occhio rivolto alle prossime tornate elettorali che ci accompagneranno fino al 2028.
Ma il PD dovrebbe lavorare per ricomporre, o dare slancio al suo campo, il campo largo. Invece, mentre i partiti che stanno al governo della regione e del governo centrale cercano forme di convergenza, il PD, come una tela di Penelope fa e disfa il suo campo a suo tornaconto.
La vicenda di Tarquinia, dove, con la scusa di una politica di sponda alla destra, Sinistra Italiana è stata mandata all’opposizione, inizia a delineare in modo chiaro i suoi contorni. Una volta gettata la maschera non è più possibile nascondere il viso. Noi in maggioranza non avremmo permesso, non senza un forte distinguo, al sindaco Sposetti di avvallare questo mediocre, poco lungimirante stratagemma politico con il suo voto a Romoli. Esattamente come accaduto per Talete.
Ma non è tutto, Fratelli d’Italia si fa promotore di un convegno a sostegno del progetto del piano dei porti, un progetto proposto dall’assessore della lega e fortemente sostenuto da Fratelli d’Italia, legittimo, è un progetto della destra che costituisce il tratto distintivo dell’amministrazione Rocca. Il sindaco Sposetti con la sua maggioranza PD sposa il progetto tanto da diventare punto prioritario della sua azione di governo. E poi saremmo noi a fare da sponda alla destra.
Chi non ha un progetto non può essere alternativa. Noi continueremo a costruire un’opposizione trasparente perché Viterbo e Tarquinia meritano una politica che lavori per il bene comune, non per il quieto equilibrio di potere delle forze politiche.
Il 5 stelle? Già! Perdonate la dimenticanza. Noi ripartiamo da qui, dalla volontà di restituire alla democrazia territoriale la dignità che le spetta.
