Cosa è Burian (anzi, Buran)? Tutto quanto c’è da sapere sul vento freddo che sta arrivando in Italia

Iniziamo con il dire che ci stiamo sbagliando tutti, o quasi; quantomeno nel chiamarlo per nome: la minaccia meteorologica di cui si parla da giorni e che spingerà, secondo le previsioni, nel gelo l’Italia non si chiama esattamente Burian, bensì Buran.

Questo è, infatti, il nome corretto del vento di aria gelida, a volte molto forte, caratteristico delle steppe della pianura sarmatica, a ovest degli Urali, che da sabato spingerà l’ondata di freddo in tutta Europa, Italia compresa, ma qui arriverà domenica sera.

“Si tratta di un vento forte da Nordest o Est-Nordest – spiegano gli esperti del Centro Epson Meteo-Meteo.it – che soffia in Siberia ed è accompagnato da freddo intenso che dà origine a vere e proprie tempeste di neve. Quando il Buran scavalca gli Urali può invadere anche l’Europa e arrivare fino all’Italia, seppur attenuato rispetto alle origini”.

Passiamo all’etimologia, e proviamo a capire da dove nasce il diffose errore nel nominarlo. Come rivela wikipedia, la parola russa буран ha un’origine comune al turco burağan, “vento molto forte”, con paralleli in altre lingue del gruppo turco, da una radice comune bor- che significa “volgere, trascinare”. La parentela con буря (burja), “tempesta”, è scartata dalla maggior parte dei linguisti come etimologia popolare. Del resto буря deriva probabilmente da una radice indoeuropea *bhaur che significa “ruggire, infuriarsi”: cfr. sanscrito bhuráti, norreno būra, irlandese antico búriud, latino furere.

La parola italiana buriana deriva forse dalla stessa parola slava, probabilmente attraverso la forma slovena burja, ma potrebbe essere anche una semplice deformazione di borana, da bora, a sua volta dal greco βορέας, come del resto burrasca (e lo spagnolo borrasca), borea, boria. L’assenza di iotacismo in буран fa sì che sia scorretta la forma burian (per probabile influsso di buriana) che spesso si trova nei testi giornalistici italiani.

Con o senza i, ad ogni modo, da domenica e per almeno quattro giorni la fredda sorpresa siberiana costringerà a sciarpe e cappelli – se non proprio alle catene da neve – anche il Belpaese. Ma c’è di più: secondo i meteorologi, entro la prima metà di marzo è possibile l’irruzione di una nuova massa d’aria fredda che porterà nuovamente le temperature sotto zero ovunque. L’agognata primavera, insomma, è ancora lontana.