Anna Moroni racconta la “sua” Tarquinia: “La cosa più buona: l’acquacotta!”

Anna moroni
Ph: Roberto Romano

(s.t.) “Tarquinia è – dopo Gubbio, che è il mio luogo d’origine – la città a cui sono più affezionata: ho casa qui dall’agosto del 1970, quando mia figlia aveva appena 4 mesi, e torno sempre, pur se da diciassette anni ho casa anche ad Alghero”. A parlare è Anna Moroni, amato personaggio della TV italiana, entrata per anni nelle case degli italiani con “La prova del cuoco” e, dallo scorso anno, con “Ricette all’italiana”.

E sono in molti, a Tarquinia, a conoscere Anna, che appunto in un’estate della fine degli anni ’60 venne con la famiglia a trovare un amico che aveva casa al Lido, per scegliere prima di prendere un’abitazione in affitto – “pensavamo alla Sardegna, ma con tre figli non era il caso” – quindi di acquistare una delle case che proprio in quel periodo erano in costruzione.

“Certo, Tarquinia Lido a quel tempo era diversa – ricorda – con molte meno abitazioni, e per chiamare a Roma dovevo camminare sino alla cabina a gettone sino al ponticello, o al negozio di Bicchierini. E il Tibidabo, al tempo, si chiamava Alba, come la proprietaria, che era un tipo così particolare…”

Naturalmente, i ricordi non possono non passare dal cibo. “Il Gradinoro era il top: andavamo a mangiarci le cozze al verde, o i gamberetti vino e limone. Ma mi resta un bel ricordo della pizza al taglio del San Marco, o di quella di Rugantino, che era anche una bella persona”. Il Lido nei suoi anni magici, insomma: “Ho tante immagini di quel periodo – continua Anna – ricordo il tennis ai campetti all’ingresso del Lido, ricordo il gruppo di amici di allora che si spostò all’Argentario, ma noi scegliemmo di restare”.

“Era diverso da oggi. – continua Anna – Forse perché la gente stava più a lungo nelle case al Lido: ora sono cambiati i tempi, si resta per periodi più brevi, non ci sono molti alberghi e di conseguenza c’è meno gente. Eppure Tarquinia non avrebbe nulla da invidiare a nessuno. Anche io, ultimamente, sto qui meno tempo, da quando mi divido con Alghero”.

Anna moroni
Ph: Roberto Romano

Ma cosa più di Tarquinia, nel tempo, ha colpito Anna Moroni, anche dal punto di vista gastronomico. “Resto dell’idea che la cosa più buona sia l’acquacotta! – spiega – anche se via via ho scoperto che ognuno ha la sua ricetta per farla: a Tolfa ci mettono addirittura salsicce e pancetta! Ma per me, quella vera resta quella dei contadini che andavano in campagna con una cipolla e un tozzo di pane, e lì coglievano le erbe. E mi piace proprio per la semplicità: perché in fondo, per cucinare, serve la materia prima buona: senza di essa, nessuno chef fa miracoli”.

Quando ha iniziato a frequentare spiagge e locali tarquiniesi – diventando amica di tanti concittadini – Anna Moroni quindi non pensava lontanamente alla tv. “Poi, una sera, all’Oscar del Vino, mi hanno presentato Antonella Clerici – racconta ripensando ai primi anni 2000 – e mi hanno detto che cercava di imparare a cucinare. Da lì, per due mesi, nessun contatto, e pensavo tutto fosse nel dimenticatoio: poi arrivò la chiamata per girare un numero zero, io feci una cacio e pepe e, da lì, abbiamo proseguito per 17 anni”. Sino allo scorso anno: “Poi la parentesi si è chiusa. – spiega oggi Anna senza ripensamenti – La Prova del Cuoco è stata una ricetta bellissima, il primo programma in tv di cucina, ben prima del boom di Masterchef, ma oramai è finita. Adesso mi godo Ricette all’italiana, che continua a funzionare molto anche ora, con le repliche, ed il relax nel tempo che mi resta”.

Ma in questi anni, quale chef l’ha colpita di più. “Ho un ricordo incredibile della mia prima volta da Vissani – rivela – Era il 1985 e, vuoi perché conoscevo allora molto meno di cucina e mise en place, vuoi perché il locale era avanguardia pura, rimasi scioccata. Poi adoro Gennarino Esposito, perché amo tanto la scuola napoletana. E vorrei tanto andare da Bottura. Ma mi è capitato di mangiare benissimo in tanto ristoranti del mondo: in fondo, viaggiare e scoprire è la cosa che mi piace di più”