Namo “international”: chef Tiziana Favi da Tarquinia a Taranto per Mediterraneo Slow e il consiglio internazionale di Slow Food

Un weekend dedicato al Mediterraneo, alle sulle culture e tradizioni, viste nell’ottica di una rigenerazione dei sistemi di produzione e consumo del cibo: da ieri e sino a domani Taranto ospita Mediterraneo Slow e i vertici di Slow Food, non solo in termini di dirigenza ma anche di preparazione e capacità nella valorizzazione della filosofia slow e della produzione tipica.

Nel corso della manifestazione organizzata dal Comune di Taranto in collaborazione con Slow Food Italia e Slow Food Puglia, con il supporto della Regione Puglia, sarà protagonista anche chef Tiziana Favi, di Namo Ristobottega di Tarquinia, che domani 8 ottobre interverrà nel corso del talk “La parola agli olivicoltori” in una tavola rotonda incentrata appunto sull’olivo, pianta di civiltà e patrimonio immenso, ma anche un settore in crisi, minacciato dalla diffusione di impianti intensivi, da patologie come la xylella, dalla competizione di produzioni di scarsa qualità. “Con la rete Slow Olive, – spiega Slow Food – la Guida agli extravergini, il Presidio degli olivi secolari in Italia (ma anche i Presìdi attivi in Spagna e Turchia), Slow Food sta lavorando per promuovere pratiche agroecologiche e valorizzare oli veramente “agricoli”, capaci di esprimere le peculiarità delle cultivar e dei territori. Nell’incontro, alcune comunità dell’olivicoltura mediterranea raccontano le proprie esperienze positive”.

Taranto sarà inoltre scenario, per l’occasione, di una riunione del consiglio internazionale di Slow Food, del quale Tiziana fa parte da quest’anno, in un appuntamento che in Puglia sta riunendo in questi giorni 43 delegati da 27 Paesi, tra cui Uganda, Australia, Ucraina, Germania e Stati Uniti. Si tratta di uno dei momenti associativi più significativi del movimento della chiocciola, che si terrà sabato e domenica nella sede del Circolo Ufficiali, con delegati provenienti dai cinque continenti che delineano le linee politiche del futuro, identificando i grandi temi su cui Slow Food intende impegnarsi nei prossimi anni, dall’agroecologia alla tutela della biodiversità.