Storia di Gatto: la curiosa vicenda del gatto “da passeggio” nel centro storico di Tarquinia

(s.t.) “Non è un gatto qualsiasi! Mai avrei creduto un giorno di avere un gatto VIP”.

In un mondo professionale in cui troppo spesso mi trovo a raccontare storie tristi e notizie sin troppo serie, c’è bisogno a volte di andare a caccia di storie leggere, piacevoli da raccogliere e scrivere. È per questo che l’intervista che state per leggere ha come protagonista un gatto. Anzi, Gatto, perché questo è il nome che Francesca, che più che una proprietaria è una compagna di vita, ha finito per dargli. O meglio, che lui ha voluto farsi dare.

Ma andiamo con ordine: perché tra tutti i gatti di Tarquinia parliamo proprio di lui? Perché come detto in apertura lui non è proprio “normale”.
“Gatto mi segue, ovunque vado. – spiega Francesca – Mi aspetta se esco nei dintorni di casa, almeno sin dentro le mura del centro storico. Se non mi allontano troppo esce e gira con me. Non ho mai avuto un gatto che mi seguisse! Se incontro delle persone e mi fermo a parlare, lui aspetta fermo, poi riparte assieme a me. Quando vado in farmacia mi aspetta sulla porta e, addirittura, quando vado al forno fa la fila assieme a me per prendere il pane! Se non mi vede piange: poi sente la voce e si tranquillizza”.

E in effetti per tutta la durata dell’intervista Gatto gironzola attorno, forse attento a capire cosa si racconti di lui. “È un comportamento particolarissimo: lo stesso veterinario, quando gliene ho parlato, è rimasto molto colpito e mi ha detto di ritenermi fortunata, perché è un atteggiamento davvero rarissimo per un gatto”.

La storia di Gatto, o almeno la parte che possiamo conoscere, inizia nel dicembre 2017, quando appare piccolissimo – e anche un po’ mal ridotto – nel cortile in cui abitano Francesca e altri condomini. In un palazzo già animato da cani e gatti, rimediare ciotole per mangiare e bere fu facilissimo, ma a una condizione. “I vicini mi hanno subito detto che adottarlo spettava a me! – ricorda Francesca – Ma io, in quel periodo, passavo tanto tempo a Roma e pensavo di non riuscire. Poi, credendo che sarebbe rimasto solo qualche giorno prima di riandarsene, ho accettato. Per questo motivo non gli avevo dato nemmeno un nome e lo salutavo semplicemente con Ciao gatto! Ma lui, da randagio che era, si è abituato a tutto, anche a questo nome”.

Giorno dopo giorno, il gatto “da compagnia” ha attirato l’attenzione e la curiosità di tanti cittadini, dai commercianti, che lo hanno visto per mesi passeggiare tranquillamente al fianco di Francesca, ai bambini “che letteralmente lo adorano!”.

“In realtà all’inizio ha preso qualche insulto e vissuto qualche disavventura – spiega Francesca – perché il fatto che sia nero non era troppo ben visto da chi è scaramantico. Ma adesso, per tutti, è semplicemente Gatto: non solo per i bimbi, ma in generale per chi ama gli animali. C’è gente che non conosco che passa e lo accarezza fuori dal portone del cortile: una coppia di passanti, giorni fa, lo ha riconosciuto come fosse una star!”.

Occhi grandi e l’eleganza tipica dei felini, Gatto è un tipo curioso, un po’ domestico un po’ selvatico. “I piccioni ne sanno qualcosa. – spiega sorridendo Francesca – Anche se resta malissimo quando non riesce a prenderli”.

In fondo, sin dall’antichità i particolari atteggiamenti dei gatti hanno ispirato credenze, tradizioni e persino ritualità. E nella storia di Gatto non può mancare un pizzico di mistero o possibile spiritualità. “Non sono troppo credente – premette Francesca – ma qualche situazione particolare me l’ha fatta vivere. Lo scorso anno, ad esempio, da marzo a ottobre, Gatto veniva sempre con me da mia nonna: tutto il giorno in camera da lei, che era a letto, accovacciato sulle sue gambe, dalla mattina sino a dopocena. Poi, cosa che effettivamente appare straordinaria, da due settimane prima che morisse, a ottobre, non è più voluto entrare in camera e rimaneva sulla porta nonostante lo invitassimo a entrare. È come se avesse capito tutto ben prima di noi!”.

E alcuni “amici” di Gatto, tra i tanti che si è fatto gironzolando curioso per il paese, si sono convinti di una cosa. “Tante signore e non solo mi dicono che sia stato mandato da Sergio, mio padre, scomparso un anno prima del suo arrivo. Io ringrazio, ma non ci credo troppo, anche se con mio papà, che in tanti in città conoscevano, avevo un rapporto davvero speciale. Diciamo così: Gatto è sicuramente un gatto particolare, e spiritualità o no, per me è stato comunque un grosso regalo. Ne ho avuti sempre di gatti, ma come lui mai!”.