Tarquinia, Bacciardi: “Che tristezza la palizzata alle Saline! Andava trovata un’altra soluzione”

Riceviamo e pubblichiamo

Questa mattina, come spesso faccio io e molti altri cittadini del paese, ho iniziato la mia passeggiata partendo dal porticciolo, lungo il litorale della spiaggia di Tarquinia. Arrivato alla prima chiusa delle saline mi sono trovato davanti ad una palizzata che mi impediva l’accesso alla successiva spiaggia libera.

Tristezza è la giusta parola per esprimere ciò che ho provato, non solo per il divieto, ma soprattutto per l’indifferenza con cui è stata eretta quella barriera. Chi ha dato quel permesso non si è minimamente preoccupato del disagio, della delusione e della rabbia suscitate nell’animo delle tantissime persone, amanti della natura del nostro mare, a cui è stato vietato uno dei veri piaceri che il nostro paese offre.

“Nostro Paese” non significa che è di tutti i cittadini? Non di uno solo, anche se fosse il primo cittadino, perché certe decisioni vanno prese tenendo in considerazione il benessere di tutti. Le cose di comune utilità se sono rotte o pericolose vanno riparate, non abolite o vietate. E’ più saggio utilizzare l’intelligenza per costruire o ricostruire, piuttosto che abusare del potere per vietare, come farebbe un ragazzino viziato, capriccioso e incapace di risolvere il problema.

Forse chi ha dato l’ordine di chiudere non ha riflettuto abbastanza su come ricostruire. Forse con pochi soldi, magari gli stessi utilizzati per erigere la palizzata, poteva far costruire una passerella di legno per attraversare, trovare una soluzione che lo avrebbe reso positivamente popolare agli occhi di tutti coloro, uomini, donne e bambini, che passeggiano, prendono il sole e si bagnano in uno dei posti più belli e tranquilli della nostra spiaggia. E’ tanto difficile pensare a qualcosa di simile?

Se il potere fa dimenticare la nostra essenza umana, sarebbe saggio rinunciarvi, si potrebbe essere pericoloso, molto più pericoloso degli scogli delle saline. E’ davvero triste vedere la bellezza dell’essere umano perduta nei labirinti delle politiche. Umanità è qualcosa che ci unisce, ci rende amorevolmente responsabili uno dell’altro, perciò Umanità caro amico. Umanità.

Renato Bacciardi
Consigliere Comunale di Tarquinia