Tarquinia, Bacciardi: “Gli uomini liberi danno fastidio alla politica e a certa stampa”

Riceviamo da Renato Bacciardi e pubblichiamo

In questi giorni in cui la politica si ridesta con elezioni follemente ravvicinate, mi capita troppo spesso di leggere il mio nome usato con diletto, quasi per gioco, da giornalisti locali che difettano di indipendenza.

Per alcuni sarei già d’accordo con Giulivi. Non è vero. Non condivido né obbiettivi né stili nel fare le cose. In questi cinque anni ho visto molti politici attaccarlo, anche con iniziative eclatanti poi finite nel nulla, ma sono gli stessi che oggi stanno con lui, di altri non ho sentito proprio la voce e oggi si risvegliano alla vigilia del voto, ma per la stampa questo non fa notizia.

Per altri sarei l’uomo di Mazzola. Anche questa è una montatura giornalistica. È vero, ho amministrato con lui cinque anni e io non rinnego quella stagione politica, che per altri è durata, senza cenni di dissenso, per dieci anni. Abbiamo fatto molto, anche degli sbagli, ma io non sono rimasto al 2017.

Ringrazio Mauro Mazzola per le parole spese, ma non cerco sponsor: l’amicizia e il rispetto sono una cosa la politica un’altra, vivo nel presente e guardo avanti e questo non significa cancellare o vergognarsi del passato.

Secondo i soliti male informati starei anche macchinando in vista delle elezioni dell’Università Agraria, ed è falso. Sono stato l’unico a prendere le distanze dal vergognoso tentativo di generare un listone bloccato, un inciucio politico fatto da tutti i partiti, da destra a sinistra. Uno pseudo-commissariamento antidemocratico dell’Ente che farebbe comodo solo a pochi. Non sosterrò alcun candidato politico o ad essa legato. Sosterrò solo un candidato indipendente, apolitico, che sia espressione del mondo agricolo: un tecnico vero.

Non ho tessere di partito per scelta personale da anni, preferisco essere libero, indipendente e civico, dà fastidio a tanti e anche ad alcuni giornalisti. Per me gli interessi di Tarquinia vengono prima di quelli personali o della politica. Quando avrò qualcosa da dire sulle mie scelte lo farò, i Nostradamus della penna possono smettere di avere visioni indotte, possono stare sereni.