Riceviamo da Renato Bacciardi e pubblichiamo
Tarquinia città della ceramica, ma come? Volevo non entrare nel merito anche se da tempo il comunicato era pronto, ora che la stampa entra nel merito mi sembra giusto entrare nel merito. Il tema della ceramica è, diciamo, di casa presso la mia famiglia e quindi mi è particolarmente caro.
In seguito a più sollecitazioni ricevute da artigiani e amici, ho voluto approfondire degli interrogativi che sono emersi durante il recente viaggio dei due delegati dal Comune di Tarquinia, l’assessore Andreani e la consigliera Piroli, verso la località di Aveiro, in Portogallo, dove era stata convocata una riunione delle città della ceramica europee. Voglio iniziare a chiarire questi interrogativi partendo “dal basso”, come piace a certi populisti.
Tendo a riconoscere a chiunque la libertà di provare a prendere in giro il prossimo ma non tollero che si pretenda poi, una volta scoperto il giochino, che l’autore della tentata beffa abbia comunque agio di vantarsi delle sue prodezze. Ho avuto modo di leggere su diverse testate una nota, evidentemente diramata dall’amministrazione comunale, in cui si magnifica l’impegno nel sostenere e promuovere la produzione locale di ceramica. Una testata ha, addirittura, titolato la nota in questo modo: “Le ceramiche di Tarquinia hanno conquistato anche il Portogallo”. Cosa ha “conquistato il Portogallo” ma, soprattutto, come? Quali e quanti artigiani sono stati coinvolti nell’iniziativa? Quale documentazione ha costituito il supporto alla “conquista”?
Da una piccola ricerca sul sito ufficiale delle “Città della ceramica”, alla data del 30 ottobre 2025 quindi dopo l’appuntamento di Aveiro del 17/18 ottobre, si evince che la città di Tarquinia è presente in un semplice elenco alfabetico e, nella pagina dedicatagli, non v’è traccia di nessun altra dicitura oltre il nome: Tarquinia. Punto. Non una riga di presentazione, né un elenco di artigiani e nemmeno un documento allegato, nessuna immagine se non quella del link che conduce al vuoto. E tutta la prosopopea di cui è disseminato il comunicato comunale su cosa si basa? Sul nulla che adorna il niente.
Eppure tutto questo ha anche un costo, sia per la quota associativa che versa il comune all’associazione, sia per le missioni dei delegati. Con la speranza che non debba ricorrere alla mia facoltà di consigliere per l’accesso agli atti, confido che, almeno per quanto attiene alle spese sostenute dal comune, arrivi una risposta pubblica, trasparente ed esaustiva. Sul ruolo del comune e dei suoi delegati per la “promozione, lo sviluppo e la tutela di tanti artigiani”, il velo pietoso da stendere lo pago io.
