Tarquinia, consiglio quasi unanime su acqua pubblica, biometano e inceneritore: si astiene solo Moscherini

Tre punti all’ordine del giorno, tre votazione e un identico responso: unanimità quasi totale, fatta eccezione per l’astensione, in tutte le tre occasioni, di Gianni Moscherini.

Questo il sunto del consiglio comunale straordinario e urgente convocato per stamani a Tarquinia. Aperto dalla discussione della mozione sull’acqua pubblica e Talete, con la delibera giunta in consiglio dopo i lavori in commissione “molto più tecnica delle mozioni già votate da altre realtà della Tuscia. – spiega il presidente del consiglio Guiducci in apertura – Il concetto fondamentale è salvaguardare con ogni mezzo l’acqua pubblica”.

“Grazie all’amministrazione per averla inserita in consiglio nei tempi utili – le parole di Andreani – Crediamo sia fondamentale una presa di posizione del consiglio per evitare che vi siano ulteriori aumenti tariffari e che questi gravino ancora di più sui cittadini. L’acqua è un bene pubblico e va tutelato”.

Ma sul possibile aumento delle tariffe si discute subito dopo: Conversini propone alcune modifiche testuali alla delibera, compreso un passaggio sulla messa in sicurezza della situazione economica di Talete che chiama l’intervento del sindaco Giulivi.

“Sarò molto chiaro: – le parole del primo cittadino – se per evitare che Talete fallisca serve un aumento dell’1% delle tariffe, credo dovremmo prendere l’opzione in considerazione. Se Talete viene dichiarata fallita, ci esponiamo al rischio di non controllare più nulla, compreso il rischio dell’Ato unica e dell’ingresso del privato”. Il che spiega anche l’eliminazione, dal testo portato in consiglio rispetto a quello approvato in commissione, proprio della riga riferita alle tariffe, come sottolineato da Riglietti.

“Dobbiamo impedire che tutto passi nelle mani di un curatore per non perdere il controllo – continua Giulivi – magari imponendo un tetto massimo di aumento dell’1,5%. E naturalmente chiedendo a fronte un progetto industriale, magari anche una rifondazione: chiaro che se non si risolvono i problemi delle inefficienze, andrà sempre peggio. Ma su questo voglio consenso unanime dal consiglio”. Piano industriale che viene richiesto anche da Andreani.

Conversini, però, sottolinea come “nell’ordine del giorno di Talete non si parli di aumento di tariffe”, chiedendo se “si possa discutere in un prossimo consiglio”, quando la situazione sarà più concreta, rilanciando l’opportunità “di una class action, come avvenuto a Latina, per fare in modo che Talete possa diventare un’azienda speciale o un consorzio”.

Sono d’accordo su quanto partorito dalla commissione. – le parole di Celli – L’unica cosa che dico è la volontà di ribadire come siamo tutti concordi che l’acqua deve essere pubblica. Troviamo la forma ma su questo non si transige. Per il resto, la situazione delicata e complicata: ragioniamo con testa e non pancia. Far portare i libri di Talete in tribunale significherebbe non gestire più niente, per cui proviamo a restare aperti al cercare una situazione più indolore per l’interesse cittadino valutando quanto ci si prospetta davanti. Se aumento dell’1,5% salva dal fallimento e dal commisariamento, va valutato”.

Chiude gli interventi Moscherini: “Viviamo di esperienza, e sappiamo tutti che quando alle aziende pubbliche o parapubbliche gli si dà un euro, non affrontano i problemi per cui si è scelto di contribuire. A me di tenere Talete e dargli anche il premio non convince, anche perché ho vissuto direttamente la nausea che i cittadini hanno nei confronti di questa struttura. Per carità, a volte avvengono i miracoli, ma la situazione organizzativa e finanziaria è così grave che darle una mano è aiutarla a non cambiare nulla. Poniamo semmai il problema alla Regione, ma se pensiamo a contributi progressivi diventa una cambiale fissa. Lo metta la regione il finanziamento su un nuovo progetto, ma non quello creato da Talete”.

La successiva votazione, vede i voti favorevoli di sedici consiglieri, astenuto Moscherini. Che si astiene anche alla seconda chiamata al volo, quella sull’impianto di valorizzazione raccolta differenziata con compostaggio aerobico sito nel Comune di Tarquinia, in località Olivastro.

“Con questa delibera – spiega l’atto il presidente Guiducci – intendiamo ribadire l’inammissibilità del progetto e la contrarietà del consiglio comunale, dando mandato a un legale per ricorrere al Tar entro sessanta giorni dalla presentazione delle determinazione regionale”.

“Sono d’accordo su questo atto – le parole di Conversini – ma per dare incarico a un avvocato perché non seguiamo la strada di un piccolo bando?” “Non ne abbiamo il tempo. – replica Giulivi – Abbiamo scelto l’avvocato Federico Dinelli”. “Ok, sono d’accordo. È bravo”, conclude l’ex sindaco.

Infine, la presa d’atto delle osservazioni inviate alla Regione Lazio in merito alla procedura di V.I.A. del progetto di impianto di recupero energetico ubicato Località Piano D’organo-Pian Dei Cipressi. “Invito anche i cittadini a leggere le osservazioni elaborate dall’avvocato Noemi Tsuno – le parole di Federica Guiducci – in cui sono esposte tutte le ragioni per cui Tarquinia deve dichiararsi contraria a questo tipo d’impianto. Non solo osservazioni di natura tecnica, ma uno spaccato della salvaguardia ambientale, paesistica ecc e dei motivi che dimostrano come Tarquinia abbia dato troppo in termini di malattie e mortalità”.

Borzacchi, Zacchei e Ricci, come capigruppo, ribadiscono la contrarietà al progetto. Lo stesso fanno Andreani – “impossibile che un impianto simile si sposi con questo territorio” -, Conversini – “temevo che qualcuno a livello di Roma, regione o governo volesse farcelo digerire, oggi debbo ricredermi: Roma eRregione Lazio stanno prendendo altra strada, che prevede un’area per rifiuti da sotterrare e un termovalorizzatore all’interno dell’area metropolitana” – Celli – “Il Pd è contrario, mai avuto dubbi. Questa è una battaglia che faremo indipendentemente da posizioni e colori politici e da volontà sovrapartitiche” – e Riglietti – “Il territorio ha già le centrali, l’effetto sarebbe esponenziale”.

“Io ho un modo diverso di affrontare i problemi. – spiega invece Moscherini – Come anche in altre situazioni. Se una cosa di cui non capisco nulla mi viene presentata per operazioni di carattere importante, prima di esprimere il mio punto di vista gradirei mi fosse presentata un’alternativa di proposta. A Modugno è avvenuta la stessa cosa: a fronte dell’approvazione di un progetto in Regione, è stato fatto ricorso al Tar, perso, poi un ricorso perso anche al Consiglio di Stato. Quell’impresa ha avuto l’autorizzazione a realizzare l’impianto e gli amministratori sono stati chiamati al risarcimento. Non voglio spaventare nessuno e non mi spavento io, ma mi astengo perché sarebbe molto più bello se al no su su a cosa si aggiungesse una proposta alternativa”.

“Tarquinia deve differenziare di più e di qualità. – replica il presidente Guiducci – E di questo impianto Tarquinia non ha bisogno, ma servirebbe l’intero centro Italia. Impensabile che questa decisione debba ricadere qui, Tarquinia ha dovere di dire basta”.

Anche questa votazione si risolve con tutti favorevoli tranne l’astenuto Moscherini, che poi discute con la presidente Guiducci che non ammette la discussione su un documento del Ministero per i beni e le attività culturali e su San Giorgio, dopo aver fatto appello al regolamento e negato degli interventi anche in apertura al consigliere Conversini.