Tarquinia, Martina Tosoni: “Disabilità e occupazione: pensare al futuro delle persone fragili è una questione culturale”

Riceviamo da Martina Tosoni e pubblichiamo

Pensare al futuro delle nuove generazioni soprattutto più fragili deve essere una delle priorità della prossima amministrazione, ed anche qui la parola programmazione deve essere alla base dell’azione amministrativa e politica presente e futura.

Negli anni passati l’ho ripetuto più volte, attenzionado gli uffici e i miei ex colleghi, sollecitata anche da aziende e famiglie sensibili all’argomento, disponibili a cercare una strada da intraprendere insieme per fronteggiare questo problema sociale.

È un dato di fatto che le persone con diversa abilità non riescano a inserirsi nel mondo lavorativo, mancano fondi, idee, progetti per gestire i percorsi personalizzati di accompagnamento al lavoro, indispensabili per le persone con disabilità, come avviene in molti Stati europei e anche in alcune realtà virtuose d’Italia.

Durante il mio assessorato ho sperimentato un progetto pilota con la collaborazione dell’ufficio dei servizi sociali, che prevedeva il tirocinio di alcuni ragazzi con varie disabilità e difficoltà presso la biblioteca, l’ufficio cultura e turismo del comune di Tarquinia, un progetto che potrebbe essere replicato ed esteso a molti più settori del Comune e non solo, si potrebbe cercare di ampliarlo collaborando con le aziende locali partendo anche dal decreto del 20 giugno 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 173 del 26.07.2023, dove il Dipartimento per le politiche della famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha adottato nuove “ Linee guida volte a favorire le pari opportunità generazionali e di genere , nonché l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità “.

In questo momento non basta più supportare le famiglie con le ore assistenziali nelle scuole, o nelle strutture esistenti, bisogna fare un passo in avanti e dare risposte riprogrammando i servizi socio assistenziali sulla base delle nuove esigenze collettive, creando anche un nuovo modo di occupare i ragazzi e le persone più fragili. E so per certo che è un’esigenza vera, un problema a cui le famiglie non riescono a far fronte da sole, un tema che deve essere messo al centro del dibattito politico delle prossime amministrative, visto il crescente numero di casi di bambini e ragazzi con varie problematiche e disturbi di vario genere.

Tarquinia è stato da sempre il faro delle politiche sociali per tutto il distretto sociosanitario e il territorio, grazie anche al lavoro svolto dagli uffici e alla sinergia con altri comuni, e per non perdere questo primato, dobbiamo intercettare le criticità e proporci di nuovo come capofila nel cambiamento.
La nascita del Centro Socioriabilitativo Luigi Capotorti ne fu un modello esemplare, per tanti anni ha soddisfatto un’esigenza adatta ai tempi ormai passati , ora bisogna riflettere sul cambiamento, riqualificare i servizi, creare nuove strutture, senza distruggere il vecchio, ma trasformando e creando nuove opportunità. Prendere consapevolezza che sono aumentate le richieste e soprattutto abbiamo necessità di coprire una fascia di età molto più giovane con problemi di natura diversa da quelli che avevamo in passato.

Sono convinta che l’attuazione di politiche di diversità e inclusione è una delle sfide sociali più urgenti, a cui sia il pubblico che il privato è chiamate a rispondere ma per far ciò occorre ribaltare il paradigma, uscendo dalla gabbia “dell’obbligo normativo” e mettendo al centro la valorizzazione della persona, implementando le politiche attive che giocano un ruolo fondamentale.

Solo così si potranno dare le giuste risposte alle famiglie, pianificare il futuro e favorire l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità.