Tarquinia, Ranucci traccia il bilancio di un anno di gestione Mencarini: “È evidente: mi aspettavo di più”

Riceviamo e pubblichiamo

Anselmo Ranucci tarquiniaChi ha fatto l’amministratore come me sa quanto sia difficile governare una città complessa come Tarquinia, con le sue mille contraddizioni e i suoi diversi modi di intendere la politica. Quindi non sto qui a mettere voti o pagelle, quello spetterà ai cittadini tra 4 anni. Ma se mi si chiede cosa penso di questo primo anno di gestione Mencarini, certamente non posso esimermi di dire la mia modesta opinione.

Mi aspettavo di più, è evidente: il primo mandato genera entusiasmo, energia, voglia di fare. Mi sembra che tutto questo non c’è e non ci sia mai stato. Una nuova amministrazione porta cambiamenti, modi di pensare diversi, ma soprattutto comportamenti nuovi sulla base degli errori di chi li ha preceduti. Tutto questo non solo non è avvenuto, ma sono stati introdotti metodi che non possono essere condivisi e accettati. Giovani che invece di entusiasmo e cambiamento hanno portato in dote un modo di fare arrogante, disinvolto, al limite della inedeguatezza.

Molti hanno scambiato il Comune per casa propria, mai visti girovagare nelle stanze e uffici comunali cosi tanti parenti quante se ne scorgono con questa amministrazione, mai viste bisbocciate e accampamenti nelle sede istituzionali come quelle verificatesi in questo periodo, per non parlare di quello che è successo sul caso del saluto romano nella stanza del vice sindaco. Come approccio istituzionale quindi un giudizio negativissimo: sembrano ragazzi a cui è stato dato un giocattolo e dicono ora è mio e ci gioco io.

Da un punto di vista amministrativo, cosa dire? Lo vedono tutti: poche novità, poche innovazioni, pochi cambi di rotta. Anzi hanno rivalutato il lavoro eccellente della passata amministrazione. Vogliamo parlare dell’appalto sui rifiuti? Grande critiche in campagna elettorale, ora che fanno? Lo copiano peggiorandolo, aggravando i costi e aumentando le tasse. Della Talete vogliamo parlare? Ci hanno vinto le elezioni, sulla lotta alla Talete, a detta loro scelta vergognosa della passata amministrazione. Adesso non solo rispondono che hanno fatto bene perche non hanno che applicato la legge, ma a differenza della passata amministrazione tolgono l’unico punto informativo che c’era, creando non poche difficoltà ai cittadini.

Sulla situazione opere pubbliche e manutenzioni,vorrei sorvolare. Basta andare in giro per Tarquinia per vedere che la situazione è peggiorata. Le poche opere che hanno e stanno facendo, tra cui l’ultimazione del Teatro, sono opere nostre, come tutti i finanziamenti utilizzati per il Lido di Tarquinia. Di nuove opere neanche l’ombra, se non il piccolo ponticello alle Saline fatto fuori tempo massimo.

Sul commercio nulla, non sono serviti quattro provvedimenti sul traffico a rilanciare un settore in declino. Si è pensato che la panacea di tutti i mali fosse l’introduzione delle macchine dappertutto con l’eliminazione delle isole pedonali: quella di Castello grida vendetta.

Turismo discorso più complesso,in quanto per questo settore ci vuole più tempo, ma se il buongiorno si vede dal mattino, la vedo dura. Se chiedessi ad un cittadino se ha trovato giovamento dal tanto ricercato cambiamento, non potrebbe che dire certamente “NO” a carattere cubitali. Sono stati eletti per fare meglio non per gridare ad ogni critica “zitti e rosicate”.

Cosa è emerso in questo primo anno? Una corsa bambinesca, a chi si mette la fascia tricolore al posto dell’unico legittimato a farlo veramente, il Sindaco. Ogni occasione è buona per esibirsi con la fascia addosso, clamorosa fu la sceneggiata del giochino nuovo al piazzale con mezza giunta presente. Mai vista tanta voglia di apparire, un uso indiscriminato che ha creato non pochi guai all’ex vice sindaco, che pur defenestrato, gira la provincia ancora con la fascia al collo. I selfie inondano i social, si propaganda di tutto, anche le cose piu banali vengono spacciate per opere mirabolanti, anche un semplice cambio di recinzione o la messa a dimora di una mimosa. Ecco cosa posso dire dopo un anno di questa nuova amministrazione.

L’unica cosa di cui mi rammarico sinceramente è che il Sindaco abbia qualche piccolo acciacco. La coppia amata ha tentato in tutte le maniere, riuscendoci, di rompere la nostra amicizia quarantennale. Peccato, me ne dispiaccio veramente, perchè credo che l’amicizia vera vada conservata sempre e comunque, non dovrebbero esserci steccati o differenze politiche che possano metterla in pericolo. La storia ci insegna che di questi personaggi il mondo è pieno. Ma ci insegna altrettanto che chi ha usato e usa il potere per le sue vendette personali o arrampicate sociali è e sarà sempre un piccolo uomo che durerà al massimo il sorgere di un giorno.

Anselmo Ranucci
Consigliere Comunale PD