Tratta Monteromano-Tarquinia: “=rgoglio e coraggio del comitato nella difesa della Valle del Mignone”

Riceviamo e pubblichiamo
Orte_MonteromanoL’affermazione del cronista pubblicata nell’intervista al Sindaco di Tarquinia del 22 settembre circa la posizione del Comune sul tracciato finale della superstrada Orte – Civitavecchia proposta nella valle del Mignone risente a nostro avviso di un superficiale ed imperdonabile pregiudizio quando scrive, intercalando le sue domande al Sindaco: “Quelle tanto si oppongono sempre a prescindere”.
E’ doveroso precisare che quando un’associazione, di certo quelle citate, esprime un no questo è tutt’altro che pretestuoso, viene argomentato spesso più delle ragioni del sì, che frequentemente risultano essere invece frutto di propaganda politica. Le osservazioni alla valutazione di impatto ambientale relative all’ultimo tracciato proposto da ANAS sono state studiate ed analizzate nei pochissimi giorni consentiti dalla normativa, nel mese di agosto, essendo state presentate dall’ANAS, guarda caso, in un mese molto critico per restare informati. La documentazione analizzata era costituita da migliaia di pagine di documenti redatte nel corso di diversi mesi da una nutrita èquipe di tecnici dell’ANAS. Tutta questa mole di documenti è stata analizzata non solo dalle principali Associazioni Ambientaliste nazionali ma anche da numerosi cittadini del Comune di Tarquinia che si sono uniti in un Comitato e si sono premurati di identificare ed evidenziare le molte inesattezze ed approssimazioni riportate nella documentazione.
Le osservazioni presentate non hanno mai contemplato un NO ad un’opera da tanto tempo programmata ed attesa, come il cronista lascia credere con il suo inciso. Nelle osservazioni è infatti contenuta una proposta alternativa al percorso posto in analisi, identificando un tracciato parallelo peraltro già studiato e proposto in precedenza da regione Lazio e Provincia di Viterbo, recentemente ed inspiegabilmente abbandonato. Il tracciato proposto da ANAS presenta serie e documentate motivazioni per essere spostato. In estrema sintesi sono le seguenti: fa decorrere un nastro di asfalto di circa 18 km, corredato da piloni e viadotti di decine di metri di altezza a pochi metri da un corso d’acqua che alimenta un ricco e delicato ecosistema unico nel suo genere e conservato intatto da millenni (il Mignone è citato perfino nell’Eneide…) fa risiedere un’opera di dimensioni e proporzioni abnormi in un’area alluvionale in cui i terreni ogni anno subiscono ingenti frane e drammatici allagamenti e che impatterebbe quindi su tale realtà con esiti non prevedibili come invece si vorrebbe far credere. Impatta in maniera devastante sul paesaggio esistente in una valle ad elettivo sviluppo di un turismo sostenibile. Privilegia una logica unicamente legata alla riduzione di costi materiali non considerando come costi le ricadute negative ed irreversibili sull’ambiente, sulla sicurezza idrogeologica sulla fauna e sull’economia.
Il percorso più a nord al contrario: si sviluppa in una valle parallela in cui non vi sono corsi d’acqua ma piccoli fossi attivi solo stagionalmente. E’ un percorso a più bassa densità floro-faunistica proprio perché non vi risiede alcun fiume che rappresenta da sempre sede elettiva di sviluppo e di vita. Decorre su un territorio meno nobile e pregiato perché attraversa zone limitrofe ad ex cave ed una ex discarica non impatta in maniera altrettanto devastante con il paesaggio.
Invitiamo pertanto, e fuori da ogni ulteriore polemica, il giornalista ad intervenire come gradito ospite ad una giornata di studio e di divulgazione sulle bellezze e le particolarità della valle del Mignone, che questo Comitato sta organizzando, insieme al comitato per la difesa della valle del Mignone perché possa di persona verificare le preoccupazioni di chi la difende ed analizzare insieme, documenti alla mano, le alternative possibili. Lo stesso invito lo rivolgiamo anche al Sindaco Mazzola affinché la sua pur apprezzata contrarietà al tracciato proposto da ANAS non sia motivata solo dal timore di ricorsi ma principalmente dal coraggio e dall’orgoglio di difendere una parte nobile ed unica del suo territorio da un danno irreversibile.
Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia