Tutto in un rettangolo delimitato dal blu.

Che cosa può contenere un rettangolo con i lati dipinti di blu?

Un’area dalle dimensioni incerte; un’automobile; l’economia di un centro storico; gli sputi di sdegno di chi è sentito raggirato dalle promesse; la certezza di non essere multati; le speranze e le preoccupazioni per il lavoro degli “ausiliari al traffico”; moneta sonante per le casse pubbliche o per quelle private; un reato.

Tutto questo? Qualcosa di più?

In più, sì, ma cosa? La supponenza ad esempio. Quella di chi ha voluto, a tutti i costi, esercitarsi, da principiante, nell’organizzare – si fa per dire…- un “piano del traffico” assurdo e incompatibile con l’assetto socio-urbanistico della Città e, in particolare, del suo cuore pulsante: il Centro Storico.

Un piano che si è rivelato, sin dalla prima ora, inadeguato, incomprensibile e vessatorio allo stesso tempo. Nessuna riduzione della circolazione automobilistica all’interno del centro storico; difficoltà di parcheggio per i residenti; anomalie, incongruenze e difformità nelle disposizioni del “piano” e nell’applicazione delle stesse in relazione al vigente Codice della Strada; maggiori consumi, costi e inquinamenti dati dalla circolazione dei residenti in conseguenza dell’ unico percorso obbligato per uscire dal C.S. e da quelli condizionati, secondo orari, per rientravi; ricadute negative per le attività commerciali.

E adesso?

Adesso, dopo la pioggia degli stalli posizionati in prossimità degli incroci, a seguire la segnaletica verticale che, contraddicendo quella orizzontale, innescava trappole micidiali a rischio contravvenzioni, finito lo stillicidio – forse – delle continue modifiche della circolazione che hanno generato una profonda confusione tra gli automobilisti, scongiurati i ricorsi contro le sanzioni elevate a chi sostava dubbiosamente negli stalli bianchi, è arrivato il blu.

Ché, però, non è quello del cielo sereno ma è quello dominante, prevalente, esclusivo, costoso, oneroso e discriminante, verniciato sull’asfalto.

E’ un blu che non convince, non piace e, soprattutto, costerà troppo caro alla stragrande maggioranza dei cittadini.

Vediamo perchè.

Il centro storico di Tarquinia, oltre a contenere un numero limitato di residenti ( circa 3.000, su una popolazione di poco superiore a 16.000 che rappresentano, approssimativamente, il 19% ), ospita una discreta quantità di servizi, pubblici e privati, essenziali.  Sono questi uffici comunali (es. anagrafe, tributi, ecc.), banche, assicurazioni, studi e ambulatori medici ed altri simili. Si tratta, dunque, di servizi ai quali si rivolge l’intera popolazione per cui,  necessariamente, gran parte della cittadinanza residente fuori dal C.S., se vorrà giungere in prossimità di detti servizi (pensiamo ad es. a chi abita in zona PEEP o al Lido) e usufruirne in tempi relativamente rapidi, dovrà pagare una tariffa oraria (1 €/h) o dotarsi di un abbonamento mensile scegliendolo tra le tre opzioni onerose predisposte dall’amministrazione comunale per la sosta negli stalli blu ( 10,00 €, fuori dalle mura; 20,00 €, all’ interno; 25,00 €, in entrambe le zone). Fatti salvi i posti riservati ai disabili, è data ai soli residenti nel C.S. l’opportunità di parcheggiare gratuitamente all’interno dello stesso.

C’è, in questa caotica ricerca di improbabili soluzioni, un ché di affannoso e obnubilante, un affanno che, a nostro avviso, non troverà ossigeno ma troverà, probabilmente, qualche complicazione in termini di diritto.

Ci domandavamo, infatti, cosa accadrebbe se, per caso, in un giorno qualsiasi tra quelli in cui le esigenze di parcheggio dei cittadini – abbonati – automobilisti  si dovessero sommare a quelle di altri occasionali – non abbonati –  conduttori di vetture, turisti o chiunque altri e, questi ultimi, avendo acquisito il titolo per sostare a pagamento (ticket), occupassero e saturassero la totalità delle aree di sosta.

Quale situazione si verrebbe a creare per gli abbonati che non trovassero posto nelle aree per le quali possiedono il pre-pagato e legittimo titolo?

In buona sostanza ci chiediamo: si può cedere legalmente in concessione a due soggetti diversi il medesimo oggetto?

E ancora: se proprio non si poteva fare a meno dell’integrale colorazione blu degli stalli in prossimità e all’interno del C.S.,  non sarebbe stato più opportuno assegnare delle aree di sosta riservate ai titolari di abbonamenti?

Chiudiamo qui con la convinzione che, prima o poi, saremo costretti a ritornare a parlare di altre sfumature del blu.

Marco Vallesi