La Tirrenica si è fermata a Tarquinia: “Ma resta un danno enorme al territorio”

Riceviamo e pubblichiamo

In un memorabile film neorealista degli anni 50 un poco furbo personaggio, tratteggiato mirabilmente da un giovane Vittorio Gassman, pronunciava una battuta rivolta ai suoi compari di un goffo colpo andato a male, una battuta che è rimasta scolpita nella memoria e nel lessico comune: “m’hanno rimasto solo…”. Chissà se al sindaco Mazzola sarà rivenuta in mente questa battuta quando ha appreso del tramonto, ormai quasi certo, del suo sogno di veder cedere la ex SS Aurelia alla SAT per costruire una inutile autostrada?

Perché questa è oggi la realtà… Dopo mezzo secolo di progetti, varianti, finanziamenti, promesse,  l’unica città a pagare il pegno di un’opera inutile e devastante è rimasta la “sua” Tarquinia… Il governo Gentiloni, con l’ultimo DPEF ha definitivamente rottamato quel progetto devastante di cui oggi solamente il nostro territorio paga le amare e irreversibili conseguenze. E tutto ciò grazie all’unico entusiasta che si è sempre battuto con un’inspiegabile foga affinché quell’opera che definiva fondamentale – a differenza di tutti gli altri sindaci dei comuni interessati – vedesse la luce nel suo territorio.

Perché la realtà oggi è sotto gli occhi di tutti: Mazzola è l’unico a non essersi accorto che l’unica vera grande opera necessaria sarebbe stata la messa in sicurezza dell’Aurelia, peraltro progetto già ampiamente condiviso in passato da tanti, strada ampiamente sufficiente a contenere i sempre più ridotti flussi di traffico presenti su questo asse viario.

Tutti gli altri, dai suoi cittadini costretti a lunghe estenuanti manifestazioni e presidi per scongiurare un danno enorme alla viabilità locale, ai sindaci degli altri comuni interessati dal tracciato, lo hanno sempre saputo e capito ben prima di lui, che avrebbe invece dovuto essere il primo a farlo. L’autostrada tirrenica ha definitivamente condannato quella che era una città che viveva di un traffico e di un turismo di prossimità a un isolamento mai riscontrato dai tempi degli Etruschi. Le preesistenti vie di ingresso al paese che consentivano un comodo accesso sia da nord che da sud oggi sono diventate un percorso a ostacoli scomodo quanto assurdo…

E il premio per la solerte battaglia di Mazzola a favore di SAT sarà come i diamanti: “per sempre”… Per sempre la beffa del pedaggio richiesto al casello a tutti i Tarquiniesi ricorderà lo zelo di quest’uomo che, a differenza dei suoi colleghi, anche del suo stesso partito, ha sostenuto che lui l’autostrada sì, la voleva ad ogni costo, senza curarsi di nulla e di nessuno, neanche dei suoi concittadini che erano in strada a protestare giorno e notte di inverno per due mesi, per chiedere quel rispetto al diritto alla mobilità che lui non ravvisava, seppur eclatante, ai quali riservava solo parole di scherno e di disprezzo.

I cittadini, oggi possono dire di aver vinto, di aver ravvisato ciò che si compiva a Tarquinia, ma rimane il danno enorme al territorio, ora, chi pagherà? Insomma, gli unici che non si sono accorti che la tirrenica non era un buon affare sono stati la SAT e il sindaco Mazzola…

Ora è tardi e, come spesso succede nel nostro paese, le pesanti responsabilità di chi governa ricadranno unicamente sui cittadini a cui resta la difesa della viabilità locale con la vigilanza sulla costruzione del ponte alternativo, quanto indispensabile, sul fiume Mignone, delle complanari per una viabilità alternativa decente e dell’adeguato livello qualitativo di quelle poche e scarne opere di compensazione promesse da SAT. Questa esperienza serva da monito ai futuri amministratori per le prossime aggressioni  previste sul nostro territorio come la Superstrada, l’impianto di biogas ecc.

Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia