L’ira della grande montagna: da Bali il racconto (anche fotografico) di Fabrizio Alessi

di Fabrizio Alessi

Gunung Agung significa “grande montagna”. È il più alto di un gruppo di vulcani in tutta l’isola di Bali , parte di una catena molto più lunga che si estende attraverso Java a ovest e Lombok a est. Migliaia di persone vivono sulle sue pendici, decine di migliaia intorno ai suoi piedi e centinaia di migliaia nella zona di precedenti colate di lava e cenere (eruzione del 1963).

Ad Est di Bali nelle zone limitrofe al vulcano già da alcuni mesi sono state evacuate migliaia di persone, il governo é preparato a qualsiasi emergenza e sa bene come agire in caso di disastro naturale per il fatto che Bali appartiene al Ring of Fire, ovvero una delle zone vulcaniche più grandi al mondo. Gli abitanti di quelle zone sono ben consapevoli del pericolo, per loro la montagna ha un forte potere spirituale. Rappresenta un dio e i suoi rumori sono il segno del dispiacere del dio.

Mentre i balinesi sono nominalmente indù, le loro relazioni spirituali più immediate sono con i loro antenati e una miriade di altri esseri invisibili legati al paesaggio e alle forze della natura.

Il 25 Novembre ,il giorno del mio compleanno, il vulcano ha cominciato ad emettere nuvole di cenere e vapore per poi esplodere nelle prime ore del mattino del 26 con una eruzione magmatica. L’aereoporto è stato chiuso per un paio di giorni a seguire ,per poi essere riaperto alla normalità.

In quei giorni ho ricevuto decine di messaggi da amici lontani, tra gli auguri di compleanno c’erano anche quelli di preoccupazione. Le notizie al telegiornale e così nel resto del mondo descrivevavo l’evento come una vera e propria tragedia, gente in panico, urla e situazioni agghiaccianti, ma si sa la realtà è sempre così lontana dalla pura immaginazione, in quanto niente di tutto ciò é corrisposto alla realtà, l’eruzione non ha fatto nessuna vittima e le ceneri portate dal vento sono arrivate a Lombok, l’isola vicina, sfiorando appena il suolo Balinese.

Mi presento: mi chiamo Fabrizio, sono Tarquiniese e vivo a Bali da circa 28 anni; sono il classico emigrante con la canotta bianca che a pranzo mangia spaghetti e la sera la frittata con le patate, sul frigorifero ho un unica calamita, quella con I cavalli alati e la scritta Tarquinia in tricolore che comprai da Zacchei 10 anni fa.

Ero qua quando é caduto il governo di Suwarto, e ancora nel 2002 quell’infame giorno in cui morirono più di 300 persone per la bomba del Sari Club.

Non mi sarei mai aspettato di rivedere l’isola deserta come fu allora. I media hanno gonfiato la storia del Monte Agung provocando un fuggi fuggi dall’isola, spargendo panico e preoccupazioni inutili.

C’è un AWAS (attenzione) ovvero un divieto di avvicinarsi ad un raggio di 10 km di diametro dal vulcano. La zona turistica si trova a 70 km dal Monte Agung ,le autorità hanno stabilito che i turisti sono in sicurezza, basta non avvicinarsi al raggio di 10 km dal volcano: é quindi assolutamente fuori pericolo venire a Bali in vacanza in questo period, anzi ne approfitterei per vedere l’isola senza traffico e priva della presenza pesante del turismo australiano da quattro soldi.

I Vulcanologi dicono che ci potrebbe essere un’altra eruzione, o forse semplicemente piccole e frequenti eruzioni di vapore; dicono anche che potrebbe essere un’eruzione imminente, ma non sanno quando di preciso. Come dire che un giorno morirai non si sa quando e come, ma di sicuro morirai.

Intanto l’isola è deserta,fuori c’è il sole, il cielo è sereno , io ho ricominciato a fare surf e mi godo Bali senza traffico. Vorrei tanto essere a Tarquinia, ma di certo non per sfuggire al vulcano, per questo auguro a tutti voi Buone Feste e, se volete visitare Bali per Natale, questo è il momento giusto per prenotare un biglietto. ALOHA!